La bidella pendolare e l’odio social. Ma la scuola è con lei

Il suo caso fu segnalato da una prof del liceo dove lavora. Dopo le critiche sul web si è chiusa in casa: "Sono sconvolta"

Giuseppina Giugliano sul treno

Giuseppina Giugliano sul treno

Milano, 20 gennaio 2023 - ​Ieri a scuola non c’è andata. Il telefono quasi sempre spento, mentre la bacheca di Facebook si riempiva di offese: ha chiesto un giorno di permesso. "Non me la sento di uscire di casa". Mercoledì un muro di telecamere sbarrava l’uscita del liceo Boccioni di Milano, lei s’è spaventata, i colleghi l’hanno accompagnata alla porta sul retro: "Mi sento sotto assedio, ma ho solo raccontato la mia storia". Giuseppina Giugliano, 29 anni, collaboratrice scolastica di ruolo (contratto a tempo indeterminato) all’istituto di piazzale Arduino, genitori venditori ambulanti al mercato, stipendio mensile di 1.165 euro, sarebbe una "bidella" tra tante se non passasse un quarto della sua giornata in treno, linea Alta velocità Napoli-Milano, 770 chilometri con partenza all’alba e altrettanti di ritorno al tramonto. La storia della "bidella-pendolare" ha scatenato prima una grande curiosità e poi una valanga di odio social, con il tribunale del web a condannare l’intero racconto come una "bufala". Come può vivere a Napoli? Spende poco più di 400 euro al mese per i viaggi? Impossibile. E perché non affitta un monolocale in periferia, una stanza nell’hinterland? Se il web si scatenava, ieri gli alunni del Boccioni stavano dalla sua parte. "È proprio una tosta – dice Federica, al terzo anno –. Assenze? Possono essere capitate, come per tanti altri". La preside, Gabriella Maria Sonia Conti, sceglie il silenzio: "Motivi di privacy".

La ricostruzione

Intanto, i fatti. La storia di Giuseppina Giugliano inizia due mesi fa. "Sai che in quel liceo lavora una bidella pendolare da Napoli?". Dalla segnalazione alla conferma interna: Francesca Alparone, insegnante di materie plastiche, benedice la storia ("Assurdo, vero? Ma è così") e si offre di fare da ponte con la 29enne napoletana. La telefonata della redazione è del 20 novembre. Da quella conversazione al primo articolo passano due mesi e una serie di contatti per mettere a fuoco la vicenda. Lunedì 16 gennaio Giugliano si fa trovare all’uscita del liceo per l’intervista. Le foto nel corridoio, alla fermata del filobus, poi il viaggio verso la Centrale, il video in cui la 29enne riassume la sua vita da pendolare-estrema: "A scuola mi stanno aiutando tutti. Ma sono anche anche un po’ demoralizzata per non essere riuscita a trovare una sistemazione comoda e a un prezzo accettabile. Fino a quando non troverò qualcosa di adatto alle mie possibilità, andrò avanti così".

La polemica

La prima reazione è un’ondata di affetto e solidarietà, arrivano proposte di affitti sostenibili, inviti a non arrendersi, forza. "Sono commossa". Dura poco. In rete, sui social, spuntano accuse e dubbi sulla "verità" di Giugliano. C’è chi contesta la spesa dichiarata per i viaggi. Trenitalia e Italo hanno tariffe doppie rispetto a quelle descritte dalla bidella, quei 400 euro o poco più al mese sembrano un errore macroscopico. Lei dice: "Incrocio promozioni, coupon e offerte. I carnet mi costano tra i 384 e i 450 euro al mese, poi ci sono i punti Italo Più, i ticket gratuiti, la Carta Giovani under 30". E in effetti esiste la possibilità di accedere a biglietti scontati attraverso le promozioni che soprattutto Italo offre con continuità ai suoi passeggeri. Quanto agli orari, Giugliano dice di partire da Napoli Centrale alle 5.09 (arrivo a Milano: 9.24) e di rientrare alle 18.20 (arrivo a Napoli: 22.53). Ritardi permettendo.

La presenza a scuola

La professoressa Alparone l’ha descritta come una "lavoratrice perbene, le assenze sono nella norma". Gli studenti: "Giù le mani dalla nostra bidella". Marta Cupaioli frequenta la quinta I: "È la più dolce, sempre sorridente. Lei a scuola c’è, eccome". Nella ricostruzione della Giugliano c’è solo un’assenza prolungata. Lei stessa si è sentita costretta a giustificarsi di fronte alle accuse di chi metteva in dubbio le sue parole: "A dicembre mi sono ammalata di bronchite. Dopo le feste sono tornata regolarmente a scuola". Ieri si è barricata in casa a Napoli, sconvolta per l’odio che la sua storia ha suscitato.

Marta Cupaioli (al centro non pixellata) e alcuni studenti del Boccioni
Marta Cupaioli (al centro non pixellata) e alcuni studenti del Boccioni