Mercoledì 24 Aprile 2024

Berlusconi apre all’unità nazionale "È l’unico modo per evitare le elezioni"

"Noi pronti, ma il no di Pd e M5S ci porta alle urne". Per il Cavaliere il voto è solo l’extrema ratio. Smentiti nuovi abbandoni azzurri

di Elena G. Polidori

Sembrava che Matteo Salvini e Giorgia Meloni, giorni fa, fossero riusciti a convincerlo, grazie anche al ‘pressing’ esercitato dal vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani. "Se non ce la fanno a trovare un governo capace di gestire questa situazione", aveva confidato ai suoi Silvio Berlusconi, "allora a maggio si può votare". Poi, però, è entrato in campo Gianni Letta, che lo ha raggiunto in Provenza. E il Cavaliere ha preso una decisione per lui forse più coraggiosa di quella – il voto – indicata come ‘via breve’ dai suoi alleati; di fronte alla situazione politica di stallo avanti con un governo di salute pubblica (o di unità nazionale), con tutti dentro, ultimo tentativo per scongiurare elezioni anticipate, anche se "abbiamo constatato che una paralisi di due mesi per le elezioni farebbe meno danni rispetto a una paralisi di due anni di non-governo", ha spiegato in un comunicato ufficiale.

Una ‘svolta’, nel centrodestra, che già emergeva sotto traccia nei giorni scorsi e rinfocolata ieri a metà giornata grazie alle dichiarazioni di apertura rilasciate in mattinata da Stefano Mugnai, vicepresidente del gruppo azzurro alla Camera, in contatto diretto con il Cavaliere e mandato in avanscoperta da lui medesimo, via Letta, proprio per sondare gli animi. "Elezioni subito? – aveva lanciato Mugnai – non per forza. Pronti a sostenere un governo ampio e competente, Forza Italia non dice ‘elezioni o morte’! Noi anteponiamo sempre gli interessi del Paese, soprattutto in una fase delicata come questa e riteniamo che – proprio per questo motivo – sia necessario un governo che affronti le gravi emergenze sul piano sanitario ed economico".

Le reazioni raccolte davanti a questa possibilità, dentro il partito azzurro, hanno convinto il Cavaliere di poter buttare il cuore oltre l’ostacolo dell’unità del centrodestra, aprendo per primo all’ultimo tentativo possibile per scongiurare le urne, chiamando in causa direttamente la maggioranza ("la mia proposta di unità nazionale è stata esclusa, però, dal Pd e M5s"). Anche per smentire i rumors, sempre più insistenti, di nuove ‘defezioni azzurre’ (dopo quella, clamorosa, di una delle sue fedelissime, la senatrice Maria Rosaria Rossi) e mettendo così in chiaro che mai andrà in soccorso di un Conte bis o ter.

Nello stesso tempo, raccontano, Berlusconi ha voluto far capire anche agli alleati, che frenano su un esecutivo istituzionale (anche se voci interne parlano di un Matteo Salvini aperto a questa opzione, costretto a ‘inseguire’ Giorgia Meloni decisa a votare), che è giusto tenere aperta ogni strada, certo anche il voto, ma davvero come extrema ratio non percorribile, in questo momento, perché "non farebbe il bene dell’Italia". Ma come mai questo cambio di passo? L’ottimismo generato dai sondaggi, sempre positivi nei confronti della coalizione di centrodestra, data costantemente sopra il 47%, è stato tuttavia stemperato dalla constatazione, sottolineata più volte da Letta, che nel nuovo Parlamento potrebbe entrare un numero ristretto di azzurri, penalizzati anche dagli stessi sondaggi che li danno intorno all’8%, ma è un ragionamento a cui, al momento, Salvini e Meloni preferiscono rispondere tenendo il punto sulle urne. Netta, almeno in apparenza, la posizione del leader della Lega: "Il ‘governo ammucchiata’, il governo tutti insieme con Pd e sinistre sarebbe solo un incubo. Diamo forza e fiducia agli italiani". Poi, si vedrà.