Bergoglio attacca Europa e Italia "Più soldi per le armi? Siete pazzi"

Il Pontefice non cita mai Putin e mette l’Occidente nel mirino: "Mi vergogno per voi, basta sanzioni". Una critica al nostro governo, che ha appena ottenuto il via libera per aumentare le spese militari

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di Nina Fabrizio

"La vera risposta al massacro che si consuma in Ucraina non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti, come adesso". E ancora: "Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il due per cento del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a quello che sta succedendo adesso. La pazzia, eh?".

Ci voleva l’udienza al Cif, il Centro femminile italiano, 200 donne esponenti di una lunga tradizione a difesa dei diritti umani e di diritti delle donne nata nella feconda età del Dopoguerra, per far sbottare ancora una volta sul tema delle armi Francesco. Quasi come se il Papa, a un mese esatto dallo scoppio della guerra in Ucraina, avesse voluto aggrapparsi allo spirito di "custodia dell’umano" che attribuisce all’universo femminile per non accettare che il mondo stia di nuovo naufragando dietro "al problema di base", quello, ha denunciato, che è "sempre lo stesso: si continua a governare il mondo come uno “scacchiere“, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri".

Già due giorni fa il Papa si era detto scandalizzato dalla nuova corsa al riarmo. E, da nove anni, indica continuamente in ogni contesto opportuno, che siano encicliche o discorsi a braccio, che proprio il business delle armi è all’origine dei tanti conflitti di questa ormai conclamata terza guerra mondiale a pezzi. Di più, il Papa da sempre sostiene che la spesa in armi è una spesa non morale soprattutto perché toglie risorse a investimenti che invece seminano la pace, la crescita e la prosperità come l’istruzione, la sanità, il riscatto sociale.

Ma il momento dell’ultima uscita è tutt’altro che casuale: il grido del Papa è naturalmente indirizzata al Parlamento italiano, che proprio l’altro giorno ha dato l’ok al governo su un pacchetto di aiuti all’Ucraina, che contempla, oltre a un nuovo invio di armi a Kiev in dintorni, anche l’obiettivo di raggiungere il 2% del Pil per la spesa militare. Proprio sul Parlamento, Francesco sa di avere anche un maggiore influsso.

Tre anni fa volle andare a Nagasaki, uno dei due luoghi tristemente simbolo della distruzione atomica, per invocare un solenne "mai più le armi". "Nel mondo di oggi dove milioni di bambini e famiglie vivono in condizioni disumane – disse allora –, i soldi spesi per le forniture guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi, sempre più distruttive, sono un attentato che grida al Cielo".

Lo stesso concetto ribadito ieri: "Alla volontà di dominio non si risponde con altra violenza e aggressività, ma con un modo diverso di intendere le relazioni internazionali", lontano "dalla vecchia logica geopolitica".