Beppe Grillo certifica il proprio fallimento

M5s: corsi, fatwa e ricorsi

Grillo pubblica 'L'album degli Zombie' con i fuoriusciti dal M5s (ImagoE)

Grillo pubblica 'L'album degli Zombie' con i fuoriusciti dal M5s (ImagoE)

Confidando nella memoria corta di giornalisti ed elettori - frutto marcio dell’instant time a cui i social ci hanno ormai educato - Beppe Grillo pronuncia la sua fatwa verso i transfughi M5s, quelli che nel tempo hanno lasciato il movimento per accasarsi altrove. "Zombie" li ha definiti, additandoli al pubblico ludibrio con tanto di foto segnaletica. Una di quelle operazioni che se l’avesse fatta qualcun altro avremmo gridato alle liste di proscrizione. Ma tant’è. Facendo finta di dimenticarsi, Grillo, di due cose. La prima è che quei nomi li ha scelti lui, e li ha scelti non solo dieci anni fa quando nel 2013 li candidò in lista per la prima volta, ma li ha scelti ancora quando li ha fatti diventare chi ministro, chi viceministro e via a scendere. Quando cioé già li conosceva bene. La seconda è che sempre Grillo intende individuare ora altre decine di parlamentari con lo stesso metodo di quelli diventati Zombie, cioé sostanzialmente a caso. Con la lotteria delle parlamentarie. Metodo che funziona non si cambia, verrebbe da dire.

A guardare bene invece la lista di Grillo è la constatazione del proprio fallimento politico. Non solo per i sondaggi che danno il M5S in picchiata (persi oltre i due terzi dei consensi), ma per la classe dirigente che è in fuga verso altre poltrone, quelle che riuscirà a racimolare. Coloro che si erano arruolati al grido di lotta alla politica di professione sono i primi a sconfessare il mantra che lo stesso Grillo definisce fondativo del Movimento. Di Maio, D’Incà, Azzolina, Crippa, Spadafora, Castelli più quelli che non sono andati da nessuna altre parte solo perché non hanno trovato nessuno che se li è presi su. Tipo l’ex ministra Barbara Lezzi.

La fatwa di Grillo è la peggiore garanzia possibile per coloro che si apprestano a votare ancora i grillini, sempre secondo i sondaggi non poi così pochi. Ma si sa che per rendere credibile una balla il metodo migliore è replicarla molte volte. Grillo ci riprova. Vediamo in quanti (anche stavolta) gli credono.