Mercoledì 24 Aprile 2024

Benno crolla: "Ho strangolato i miei genitori"

Un mese fa le ammissioni del figlio ma solo ieri la procura ha desecretato gli atti. Sono stati uccisi in casa. Si cerca ancora il corpo del papà

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di Riccardo Jannello

Ci sono voluti lunghi giorni di ripensamenti in carcere – trentotto –, ma alla fine Benno Neumair ha confessato di avere ucciso i genitori, Peter, 63 anni, e Laura Perselli, 68, insegnanti in pensione. Li ha strangolati con una corda da arrampicata, prima il padre dopo una collutazione, poi successivamente la madre, nella villetta di via Castel Roncolo alla periferia di Bolzano dove viveva con loro; li ha caricati sulla Volvo di famiglia e li ha portati al ponte di Vadena, a sud della città, e gettati nell’Adige.

Il corpo della madre è stato ripescato, quello del padre si cerca ancora. "Lo troveremo", promettono i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Genova. Peter e Laura sono stati uccisi il giorno della loro scomparsa, il 4 gennaio verso le 20. Il giorno successivo Benno, incalzato dalle telefonate della sorella Madè da Monaco di Baviera che non riusciva a mettersi in contatto con i genitori – i loro cellulari erano staccati dalle 21 della sera prima – e dalle apprensioni della zia Carla, sorella di Laura, si era deciso a recarsi dai carabinieri per denunciare l’assenza dei familiari. "Sono usciti per andare a camminare lungo il torrente, forse sono caduti dentro", aveva dichiarato, mentre lui era a casa di una ragazza, a Ora. Ma da quel giorno il trentenne insegnante di fitness e supplente di matematica in una scuola privata – studi a Innsbruck in Scienze motorie – è stato per gli investigatori l’unico presunto colpevole: troppe le contraddizioni, i buchi orari nei suoi racconti, i litigi con i genitori – ma anche con la sorella che ha dichiarato di averne paura –; e poi quei vestiti portati a lavare alla sua ragazza Martina, che si è trovata indagata per favoreggiamento, e una ferita che il ragazzo si sarebbe procurato lottando col padre, curata con acqua ossigenata comprata in un emporio.

La prima svolta il 29 gennaio, quando il ragazzo si è presentato con i suoi legali – Flavio Moccia e Angelo Polo – ai carabinieri che stavano per eseguire un mandato di cattura nei suoi confronti. Quindi la scena muta davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia e – attraverso gli avvocati – le continue dichiarazioni di innocenza. Ma qualcosa si è rotto nella mente di Benno dopo il ritrovamento – il 6 febbraio – del corpo della mamma Laura nell’Adige, ai Laghetti di Egna, venti chilometri dal ponte di Vadena. Sul collo segni di strangolamento.

Da quel giorno è cominciato il "forte crollo psicologico" e ci sono stati continui contatti fra i legali del giovane e i sostituti procuratori Igor Secco e Federica Jovene per permettere a Benno di "raccontare la sua verità". Un mese fa le prime ammissioni, il secondo interrogatorio pochi giorni dopo con la piena confessione del duplice omicidio e del tentativo di occultare i cadaveri, anche se la procura – che ha emesso uno stringato comunicato dopo avere desecretato le carte ieri – non ha fornito ulteriori particolari. Il prossimo passo è stabilire se al momento dei fatti Benno fosse capace o meno di intendere e volere. Una perizia psichiatrica con incidente probatorio davanti al gip Carla Scheidle – concordata negli interrogatori – sarà fissata a breve. Lo scorso anno il giovane Neumair fu sottoposto a un ricovero in pschiatria mentre si trovava in Germania perché aveva tentato di uccidere la donna con cui viveva.