Benedetto XVI, l’ultima verità in una lettera "Soffrivo d’insonnia: ecco perché mi dimisi"

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Soffriva d’insonnia e prendeva dei sonniferi. Si sapeva che papa Benedetto XVI nel 2013 rinunciò al suo ministero, perché non si sentiva più in forze per continuare a condurre la Chiesa, nonostante i tentativi di dissuaderlo dell’allora segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, e del suo segretario personale, Georg Gänswein. Ma adesso, a neanche un mese dalla sua morte, avvenuta a 95 anni, viene svelato il "motivo centrale" dietro quella stanchezza. Ed è Ratzinger stesso a precisarlo in una lettera inviata poche settimane prima del suo decesso a Peter Seewald, il suo biografo. La missiva, divulgata ieri dal settimanale tedesco Focus, mette all’angolo le speculazioni riemerse in questi giorni sulle ragioni effettive dello storico passo indietro.

Nello scritto il Papa emerito confida di aver sofferto di insonnia a partire dalla Giornata mondiale della gioventù di Colonia nel 2005, pochi mesi dopo la sua elezione a successore di Pietro. Il medico personale gli prescrisse dei sonniferi che non solo divennero progressivamente inefficaci, ma sarebbero stati anche la causa di una caduta in bagno durante il viaggio in Messico e a Cuba del marzo 2012. La mattina dopo l’incidente Benedetto XVI trovò il suo fazzoletto "totalmente inzuppato di sangue", secondo la lettera citata da Focus. "Devo aver sbattuto contro qualcosa in bagno e sono caduto", scrive il Papa emerito.

Proprio alla luce delle fatiche patite nella trasferta in America, nel settembre successivo – come testimoniato anche da Gänswein – Ratzinger si decise per la rinuncia. E non fu colpa di Vatileaks o dello scandalo pedofilia. Fu, invece, l’insonnia a ’togliergli’ (anche) il papato.

Giovanni Panettiere