Mercoledì 24 Aprile 2024

Battisti, allarme dei Servizi: torna l’estremismo

"La cattura del criminale sarà usata per propaganda". Roma, spunta uno striscione choc

Lo striscione con scritto "Battisti libero" su ponte degli Annibaldi (Ansa)

Lo striscione con scritto "Battisti libero" su ponte degli Annibaldi (Ansa)

Roma, 15 gennaio 2019 - Lo striscione 2x2 affisso domenica sera sul ponte pedonale di in via degli Annibaldi, davanti al Colosseo, esponeva una stella a cinque punte e recitava così: "Battisti libero, amnistia per i compagni, noi resistiamo". Brutto segnale. Il Viminale sta dedicando rinnovati sforzi a cercare i terroristi italiani riparati all’estero. Ma c’è anche un fronte interno che forze dell’ordine e 007 monitorano molto attentamente. 

BOLOGNA / Striscione pro-Battisti in piazza Verdi

«L’arresto di Cesare Battisti – osserva un analista dell’antiterrorismo – sarà inevitabilmente strumentalizzato dall’area dell’estremismo marxista-leninista più radicale per fare propaganda nell’ottica di un rilancio della lotta al sistema e per contribuire alla formazione di una generazione di militanti lottarmatisti». La stima è probabilmente corretta. «Alimentare la memoria e assicurare la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri – prosegue l’analista – è una condizione essenziale in una fase di quasi sommersione per poter sperare in prospettiva di rialzare la testa e passare all’azione, agendo non più solo sul piano propagandistico, quando e se le condizioni saranno più favorevoli». Il ‘se’ è la parola chiave, perché al momento le sole attività sono quelle di proselitismo e ‘tutela’ della memoria.   A questo proposito l’ultima relazione dei servizi segreti al Parlamento sottolineava «l’attività di propaganda della stagione lottarmatista intesa a tramandare alle nuove generazioni la memoria brigatista, nella prospettiva di contribuire alla formazione di futuri militanti» e osservava come «il legame con l’esperienza delle organizzazioni combattenti si è sostanziato, altresì, in iniziative di solidarietà ai rivoluzionari prigionieri, vale a dire nei confronti di terroristi detenuti, in Italia e all’estero». Cesare Battisti in questo senso cade alla perfezione anche se la loro battaglia di retroguardia resta per ora limitata. In Italia gli epigoni della tragica stagione brigatista si stimano infatti, con vari gradi di coinvolgimento in sei o sette decine in tutta Italia. «Gli ambienti impegnati in tal senso – osservava sempre la relazione dei nostri 007 – risultano numericamente esigui e marginali rispetto alla composita area antagonista, con cui peraltro sussistono interazioni» anche se «restano astrattamente ipotizzabili per l’intero settore di ispirazione brigatista, azioni dimostrative intese a riproporre, seppure a livelli organizzativi e operativi modesti, un rilancio della lotta».   Lo striscione al Colosseo fa il paio con l’azione del 22 marzo dello scorso anno quando nella Capitale è comparsa la scritta ‘Br’ sulla lapide dedicata alla strage di via Fani e con la duplice distruzione in soli 4 mesi (l’ultima ad ottobre) della lapide per la strage di via Fani, a Bari. O dello sfregio alla lapide dedicata a Renato Briano – dirigente della Magneti Marelli assassinato dalle Br – alla stazione metro di Gorla, a Milano, dove è comparsa l’8 ottobre una stella a 5 punte. Già, Milano. L’attivismo maggiore sul fronte propagandistico si nota proprio nell’hinterland milanese. 

Il 25 settembre appaiono a Sesto san Giovanni, in viale Marelli, volantini del ‘Collettivo per il Soccorso rosso internazionale’ che esprimono solidarietà a Nadia Desdemona Lioce, ergastolana per gli omicidi di Massimo D’Antona, Marco Biagi ed Emanuele Petri. Due giorni dopo qualcuno verga una scritta – «Solidarietà alla BR-PCC Nadia Lioce» con tanto di stella a cinque punte – in piazza Pompeo Catelli a Milano, a poche decine di metri da dove abita Antonio Iosa, nel 1980 ‘gambizzato’ a Quarto Oggiaro dalle Br. Altri volantini in difesa della Lioce vengono affissi in quei giorni fuori dalla Statale, in zone Lambrate e Mac Mahon e in via Cenisio. Un’ultima serie di manifesti viene affissa non lontano dal centro sociale T28, occupato dal 1975. Cesare Battisti è a suo modo un brand e qualcuno cerca di usarlo per mitizzare gli Anni di piombo.