Giovedì 18 Aprile 2024

Video Battisti, Salvini e Bonafede indagati. La procura chiede l'archiviazione

I due ministri indagati dopo un esposto dei penalisti per il reato di mancata tutela della dignità della persona arrestata

Matteo Salvini e Alfonso Bonafede a Ciampino per 'accogliere' Cesare Battisti (Lapresse)

Matteo Salvini e Alfonso Bonafede a Ciampino per 'accogliere' Cesare Battisti (Lapresse)

Roma, 6 febbraio 2019 - La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'indagine aperta in relazione alle modalità dell'arrivo a Ciampino del terrorista Cesare Battisti. Il fascicolo era stato avviato dopo un esposto che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati per il reato di mancata tutela della dignità della persona arrestata, il ministro dell'interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafefe. Secondo il pm le posizioni dei due ministri devono essere archiviate, per mancanza di dolo.

L'istanza degli inquirenti di piazzale Clodio è stata già inviata - secondo quanto si è appreso - al tribunale dei ministri.

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LA POLEMICA E GLI ESPOSTI - Sulla 'gestione' di Battisti al momento del suo arrivo in Italia e sulle fasi successive legate alle procedure di identificazione attraverso il fotosegnalamento e le impronte digitali, erano stati presentati diversi esposti. Tra questi, uno firmato dalla Camera penale di Roma, e trasmesso per conoscenza anche al Garante per la privacy e al Garante dei diritti dei detenuti, in cui si chiedeva all'autorità giudiziaria di verificare se quanto accaduto avesse violato due articoli del codice di procedura penale e dell'ordinamento penitenziario.

L'articolo 114 disciplina "il divieto di pubblicazione dell'immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all'uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica" e l'articolo 42 bis dell'ordinamento penitenziario che prevede sanzioni a carico di chi non adotti "le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità, nonché per evitare ad essi inutili disagi".  Non solo, ma per il direttivo del sindacato dei penalisti di Roma quel video su Battisti aveva determinato la violazione anche dell'articolo 3 della Convenzione Europa dei Diritti dell'Uomo sul "divieto di trattamenti disumani e degradanti".

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