Battesimo, stop a padrini e madrine. Il vescovo: hanno perso il ruolo di guida

La decisione di monsignor Cirulli, della diocesi di Teano: "Dal 9 aprile la figura non sarà più prevista". Sospensione di tre anni alla ricerca di nuove forme che recuperino il valore originario di quella funzione

Battesimo

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Basta padrini e madrine al battesimo o alla cresima. Che senso hanno? La provocazione è ancora più forte se proviene dalla massima istituzione ecclesiastica locale, il vescovo delle diocesi di di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, monsignor Giacomo Cirulli. Eppure di provocatorio, a ben vedere ha ben poco. Piuttosto è realismo. Quanti padrini e quante madrine di oggi, davvero, a partire dal giorno dopo della cerimonia e per tutta la vita, sono disposti a seguire il cammino del proprio figlioccio o della propria figlioccia, per indicargli la strada e sostenerlo nella fede? Dunque: la figura in questione si è ridotta ad un adempimento formale, e allora è meglio non prevederne più la presenza. E non si tratta di un ragionamento teorico, attenzione, perché monsignor Cirulli ha già dimostrato di fare sul serio: dal prossimo 20 marzo promulgherà un decreto con il quale si disciplina, in via sperimentale e per tre anni, la presenza di padrini e madrine. La disciplina in questione sta nel sospenderne la presenza.

"Nell’odierno contesto socio-ecclesiale l’ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più – chiarisce il vescovo campano –, ha perso il suo valore originario. La missio legata a tali figure, infatti, consiste nell’accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell’intero percorso di fede e non solo nel momento della celebrazione del Sacramento. Allo stato attuale, tuttavia, tale ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale".

Da qui le conseguenze: "La sospensione in via sperimentale non ha lo scopo di sminuire il valore di tali figure – chiarisce monsignor Cirulli, 71 anni, una laurea in Medicina conseguita prima di arrivare al sacerdozio, – ma rappresenta un tentativo, da parte del vescovo, di recuperarne l’identità e la missione, come pecificato nelle note applicative del Decreto".

Segue infatti la disposizione data agli uffici liturgici delle tre diocesi "di monitorare, durante il triennio l’andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, studiare possibili nuove forme di accompagnamento, che recuperino il vero senso ecclesiale dell’ufficio del padrino e della madrina".

La sospensione entrerà in vigore dal 9 aprile, ma è prevista una deroga fino alla prossima Pentecoste. "Ai parroci Rla facoltà di rilasciare il nullaosta per la celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima al di fuori del territorio diocesano; il Vescovo raccomanda, tuttavia, che esso sia concesso per giusta motivazione, e per ragioni non connesse alla presenza dei padrini e delle madrine". Insomma, si fa sul serio.