"Non ci sarà più bisogno di password": le parole che tutti volevamo sentire

La svolta forse già dal prossimo anno. L'annuncio di Apple, Google e Microsoft insieme

Entro il prossimo anno non ci sarà più bisogno di password

Entro il prossimo anno non ci sarà più bisogno di password

Roma, 6 maggio 2022 - Le parole più belle che uno possa desiderare di sentire non sono "Ti amo" ma "Non si preoccupi, è benigno". Woody Allen, da ipocondriaco serio, ci credeva e forse ci prendeva. Ma oggi anche lui deve ricredersi. Le parole più belle di tutte state per leggerle qui, adesso: prestissimo, forse già dal prossimo anno, non ci sarà più bisogno di password. Un sogno? No, un patto fra giganti che sa di vera filantropia, di autentico amore per tutta l’umanità prigioniera delle troppe (almeno dodici a testa) chiavi di accesso alle case nei (con)domini del web. Apple, Google e Microsoft hanno annunciato di voler eliminare per sempre la necessità di autenticarsi ai servizi digitali con quel barbaro sistema che mette alla prova nervi e memoria.

Sarà possibile il login senza il maledetto codice alfanumerico su smartphone, computer, browser. Se volete ringraziare qualcuno rivolgetevi a Fido Alliance, nata nel 2013 con la missione precisa di trovare un modo per ridurre l’eccessiva dipendenza da una sequenza di numeri, lettere e trattini. La missione è compiuta. Con calma, aspettando che ci diano il via, è arrivato il momento di pensare a una vita diversa dove nessuno si troverà davanti allo sportello del bancomat senza riuscire a ricordare le cinque cifre digitate un milione di volte con successo. Nessuno sarà respinto dalle peggiori parole che si possono desiderare di sentire, che non sono "Non ti amo più" ma "La password non è corretta". Nessuno sarà costretto a sottoporsi alla domanda di riserva per dimostrare la propria identità (si scorda anche il sacro nome della fidanzata, se negli anni è lei a cambiare con troppa frequenza).

Questo è progresso, questa è libertà. E potremmo anche raccontarvi come sia possibile una rivoluzione di questo genere ma siamo al momento dei festeggiamenti e non è il caso rovinarli con dettagli da nerd. Ci pensino loro. L’importante è buttare via le chiavi. Della mail, del conto corrente, di Facebook, del WiFi. Via i pin e i famigerati puk, che sono veramente i peggiori di tutti in quanto ultima spiaggia prima del respingimento definitivo, la nostra Ellis Island annotata su un foglietto perso chissà dove, perché tanto vuoi che non mi ricordi il pin? Addio a tutti gli escamotage per accontentare un display perverso che vuole mettere alle strette la nostra fantasia. Comequandofuoripiove non ti basta? Dici che devo aggiungere una maiuscola, un numero primo, un segno sumero per rendere il mio territorio impenetrabile? Ma non ce la faccio più, veramente. Tutti abbiamo fatto razzie nelle nostre biografie nel tentativo di essere audaci e originali. Il cognome da ragazza della bisnonna agganciato alla data di nascita di Michael Jackson, lo sbarco sulla Luna abbinato alle prime tre cifre del telefono del dentista. Tutto per sentirci dire che siamo comunque facili prede in una landa selvaggia dove solo nel 2021 sono stati registrati 2049 attacchi informatici gravi, in aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Favoriti ovviamente dalla debolezza della password, che deve escludere date di nascita, nomi di figli e animali domestici.

E per carità basta con la pigrizia che accomuna 23 milioni di persone nel mondo, i poveretti che con grande sdegno del Centro nazionale per la Cybersecurity del Regno Unito hanno buttato lì la temeraria sequenza "123456". Ma si può essere più ingenui di così quando esistono i generatori automatici di password che creano stringhe bellissime e a prova di bomba come 324dnsccdf74dl7ASa2Wanto92op7234? Basta, in pensione anche quelli. Immaginate il futuro come una prateria dove non occorrerà vendicarsi con un ficcante "Vaff1voltaxtutte". E a essere cambiato ogni due mesi sarà solo lo spazzolino da denti.