Giovedì 18 Aprile 2024

"Basta livellamenti al ribasso" La docente: valorizzare i migliori

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di Elettra Gullè

"Io sarei favorevolissima a premiare il merito dei docenti, ma la strada intrapresa dalla novità del docente esperto non è purtroppo quella giusta". Renata Guerra è docente da trent’anni. Insegna latino e greco al liceo classico Galileo, in centro a Firenze.

Come le piacerebbe venisse premiato il merito?

"Non ho la risposta in tasca. Capisco che non sia facile. Un’idea da valutare sarebbe quella, da sempre però osteggiata dal mondo della scuola, di far valutare i professori dai propri alunni".

In che modo?

"Beh, intanto sui grandi numeri, dunque non su una sola classe. Si potrebbero analizzare i giudizi dei ragazzi partendo almeno da un triennio. I criteri di valutazione potrebbero essere tantissimi: penso alla chiarezza espositiva, alla competenza, agli stimoli offerti ai ragazzi, alla preparazione, alla disponibilità, alla puntualità. Ecco, se fosse organizzata in modo sistematico, secondo me la valutazione dei docenti potrebbe rappresentare un sistema per far emergere chi potrebbe avere le carte giuste per ottenere un riconoscimento economico".

Soprattutto i sindacati hanno sempre osteggiato il premio al merito dei docenti.

"Sì, perché i sindacati vogliono che non vengano fatte differenziazioni. Anche per il famoso bonus della Buona Scuola di Renzi, alla fine si è deciso di effettuare una distribuzione a pioggia… Proprio per non creare disparità. Ma così si livella verso il basso il lavoro del docente. E non è positivo".

In questi anni, quanto ha fatto probabilmente ’più del dovuto’?

"Impossibile quantificare. I docenti seri che lavorano, e sono la stragrande maggioranza, si dedicano tantissime ore alla scuola e non conoscono sabati e domeniche. C’è da preparare le lezioni, da correggere i compiti, da aggiornarsi… Io poi ho sempre curato tante iniziative extra, come il Certamen. Per questo è giusto che il contratto venga rivisto. In questi anni sono stati aggiunti l’educazione civica trasversale, l’alternanza scuola lavoro… Non parliamo poi della burocrazia. E le riunioni? Da quando sono entrata in ruolo sono aumentate in modo esponenziale".

Con la figura del docente esperto, invece, non si premierebbe il merito?

"Macché. Si tratta puramente di un provvedimento di natura economica, senza alcuna ricaduta positiva sull’insegnamento. Mi spiego meglio: un unico docente per scuola non potrebbe mai far da ‘traino’ per i colleghi e ‘disseminare’ quanto appreso nei corsi. Tutt’al più, a beneficiare di questo ‘plus’ sarebbero solo i suoi alunni. Che senso avrebbe tutto questo? E poi con quali criteri si sceglierà l’unico insegnante che può affrontare questo percorso? Gli aiuti alla scuola devono esser dati in maniera ampia ed organica. Questa sarebbe un’elemosina per chi è disposto ad affrontare nove anni di corsi di pedagogia che, spesso, sono oltretutto basati su teorie astratte".