Caro presidente Bonaccini, cara vicepresidente Schlein, da tempo pensavo di scrivervi, ma mi sono sempre fatto degli scrupoli. (...). Ero convinto che le cose si sarebbero sistemate, inesorabilmente. (...). Il nostro settore, quello della musica dal vivo, dei concerti e delle serate nei club, può ripartire seriamente solo in un modo (prima che l’emergenza venga dichiarata ufficialmente superata, intendo): utilizzando il Green pass come un’opportunità per tornare alla normalità. Tampone o vaccino (o guarigione) che sia, mi sembrava ovvio che con circa il 70% della popolazione vaccinata e l’allentamento della pressione sulle strutture sanitarie si potesse estendere l’uso del pass a tutte le attività. Purtroppo, il governo ha preferito l’ipocrisia. Ha preferito voltarsi dall’altra parte e lasciare le briciole al nostro settore. Perché, credo voi lo sappiate, la maggioranza dei musicisti e dj non possono esibirsi col pubblico seduto e distanziato. Non fa proprio parte di determinati riti, determinate culture musicali. Inoltre, e questo è un altro aspetto che il governo finge di ignorare, le capienze attuali rendono insostenibile la produzione di gran parte degli eventi. I festival messi in piedi quest’estate sono quasi esclusivamente quelli che beneficiavano di finanziamenti. (...) Fino a qui, siamo stati più che responsabili: noi della musica siamo stati i primi a fermarci, ancora prima che arrivassero le zone rosse e i dpcm. (...) Da cittadino, da padre, prima ancora che da musicista, credo che la vaccinazione non sia solo qualcosa che facciamo per noi stessi, ma anche un dovere che abbiamo nei confronti della comunità, e noi del mondo della musica possiamo essere un veicolo per motivare la fasce più giovani a vaccinarsi. Come? Il concerto che sto cercando di fare il 1, 2 e 3 ottobre a Bologna va in questa direzione. Ingresso solo con Green pass e tamponi rapidi realizzati entro poche ...
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