Mercoledì 24 Aprile 2024

"Quarantena, basta violazioni". Giro di vite del governo dopo il caso Veneto

Il presidente Zaia segnala alla Procura il manager rientrato dalla Serbia. Il Ministero della Salute: sono i sindaci a disporre i Tso.

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"Già oggi se una persona positiva non rispetta le norme è punibile con il carcere fino a 18 mesi. Stiamo lavorando in queste ore su come rafforzare queste misure. Ma la mia personale opinione è che per vincere la sfida serve la persuasione". Annuncia una stretta sulle quarantene il ministro della Salute Roberto Speranza dopo il caso del 65enne imprenditore di Sossano, nel Vicentino, in gravi condizioni all’ospedale di Vicenza dopo essere stato infettato durante un viaggio di lavoro in Serbia assieme a tre collaboratori, aver partecipato a una festa e un funerale per avendo la febbre ed aver rifiutato il ricovero dopo esser stato trovato positivo, continuando poi a svolgere la sua attività di dirigente in un’azienda di Pojana Maggiore fino all’aggravamento definitivo delle sue condizioni.

Il caso è serio anche perché il ‘contatto zero’, il cittadino serbo che ha infettato i 4 veneti rientrati da quel paese a Vicenza, ha annunciato ieri il governatore Zaia, è deceduto. Visto questo e i 5 casi secondari positivi (3 a Vicenza, 1 a Padova e 1 a Verona) e le 89 persone in isolamento fiduciario perché entrate in contatto con il dirigente vicentino, la Regione Veneto ha segnalato l’imprenditore alla procura della Repubblica "per valutare eventuali profili di colpevolezza". Ma iI problema, sollevato l’altroieri dal governatore Veneto è non solo che è possibile rifiutare il ricovero pur essendo positivi al Coronavirus ma anche che le norme attuali lasciano aperta la possibilità di importare il virus, ad esempio non esistendo obbligo di isolamento fiduciario – o il dovere di fare tamponi al rientro – per i dipendenti di aziende che vanno all’estero per lavoro per periodi non superiori a 5 giorni. Zaia chiede Tso obbligatorio ("Se non il carcere") per chi rifiuta il ricovero ed è positivo con sintomi.

Vorrebbe fossero reintrodotte sanzioni penali non solo, come oggi, per i positivi al Covid 19 che violano la quarantena, ma anche per chi è sottoposto a "quarantena fiduciaria" dopo essere stato all’estero o aver avuto contatti con positivi e la viola. "Ne ho parlato con il ministro Speranza e con il viceministro Sileri – ha detto – e il ministro ha convenuto con me che il tema del ricovero obbligatorio in casi estremi è da approfondire". Nel frattempo il dipartimento di prevenzione del Veneto – come quello della Regione Emilia Romagna – ha chiesto in una lettera al ministero della Salute l’obbligo di tampone per tutti i lavoratori di ritorno da una missione all’estero. Va detto che Zaia, dopo aver calcato i toni venerdì, ieri ha frenato: "Malgrado ci sia qualcuno che vuol buttare benzina sul fuoco stiamo parlando di un focolaio con 5 casi. In Veneto non è ripresa l’ondata dei contagi. E l’ordinanza che farò lunedì non prevederà restrizioni per la libertà dei cittadini ma disposizioni per un controllo più efficace dei positivi e dei loro contratti stretti".

Chi l’ordinanza l’ha già fatta è la Regione Toscana dove nelle ultime 2 settimane sono stati registrati tre cluster familiari a Cortona (AR), Pian di Scò (AR) e Impruneta (FI) che hanno interessato 18 stranieri provenienti da Paesi extra Schengen per cui vige l’obbligo della quarantena. "I dipartimenti della prevenzione – ha osservato il governatore Enrico Rossi – rilevano una difficoltà a far effettuare e controllare la quarantena per chi arriva da Paesi per i quali è prescritta". Da qui la firma di una ordinanza che dà ai sindaci il mandato di adottare provvedimenti per trasferire le persone che risultino positive negli alberghi sanitari, opzione fino ad oggi possibile solo su base volontaria, eliminando così una delle principali cause di trasmissione del virus. Al ministero della Salute sottolineano che relativamente ai Tso non serve una nuova norma, dato che l’ordinamento già oggi prevede che – ai sensi della legge 23 dicembre 1978, n. 833 – il Tso possa essere disposto dal sindaco sentito il parere di due medici del SSN. Casi simili a quello di Vicenza possono quindi essere evitati dai sanitari segnalando prontamente al sindaco la necessità di un trattamento sanitario obbligatorio.