Giovedì 18 Aprile 2024
NINA FABRIZIO
Cronaca

"Basta con il viavai notturno a Santa Marta"

L’avviso choc di monsignor Ricca, che dirige la residenza del Papa. Appello scritto per gli alti prelati: "Rispettate il coprifuoco"

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di Nina Fabrizio

La firma in calce è proprio la sua, quella di monsignor Battista Ricca, in passato chiacchierato nunzio e poi, con il pontificato di Francesco, riferimento di fiducia inossidabile per il Papa argentino, sia come direttore di Casa Santa Marta, sia come prelato dello Ior, cioè quella figura di raccordo, spesso operante nell’ombra, tra la banca vaticana e lo stesso Papa. "Pur essendo spiacevole, sono costretto a richiamare i reverendi ospiti alla necessità di rispettare coscienziosamente il coprifuoco imposto dalle autorità statali. Mi sembra oltremodo fuori luogo e pericoloso che vi siano rientri in Casa alle 0,30, 2.00 e 2.15 di notte".

Insomma, pare che dalla Domus, il massiccio palazzone costruito all’interno del Vaticano di fronte all’ingresso di servizio della basilica di San Pietro per volere di Giovanni Paolo II al fine di dare una stanza confortevole ai cardinali richiamati a Roma dai conclavi, oggi pensionato per religiosi, vescovi e nunzi dove Bergoglio ha fissato la sua residenza da Pontefice rifiutando il prestigioso Appartamento nel Palazzo apostolico, ci sia un viavai notturno di prelati sfuggito ad ogni regola. Prima della pandemia il regime vaticano per chi si recava a cena o ad incontri fuori delle mura della città leonina era questo: ordine tassativo di rientrare a mezzanotte, orario in cui stacca il turno l’ultima guardia svizzera.

Come si sa, il Vaticano ha tre accessi, tutti e tre praticamente blindati, presidiati da un doppio controllo, quello degli svizzeri e il secondo anello, quello dei gendarmi. Come cenerentole ansiose di vedere trasformate la loro zucca in carrozza, anche i cardinali più alti in grado hanno sempre dovuto rispettare la regola inscalfibile del rientro allo scoccare dei dodici rintocchi, rincasando quando il Vaticano è ormai una specie di immenso borgo semi vuoto, privo dei dipendenti e dei visitatori già fatti defluire dai Musei e dallo shopping mall. Ma adesso viene fuori che non solo non rispettano le regole interne, ma persino quelli che abitano nella stessa residenza del Pontefice (alle 22 già tra le braccia di Morfeo), forse sentendosi protetti dalla doppia dose di Pfizer e dallo status ‘vaticano’, non osservano il coprifuoco ’italiano’ delle 22, costringendo non solo la Domus Santa Marta e il gendarme di guardia ad accoglierli dall’ingresso del Perugino nottetempo e quindi ben oltre l’orario di servizio ma persino lo stesso monsignor Ricca a intervenire presso le autorità italiane (sotto Santa Marta in territorio italiano è sempre presente la camionetta dell’Esercito) per conciliare scintille e diverbi.

"Il sottoscritto – scrive Ricca nell’avviso quasi choc – pur essendo molto disponibile, non è tenuto ad alzarsi in piena notte per soccorrere qualche confratello incappato nei rigori delle forze dell’ordine. Pertanto, a chi capita, spetterà l’onere di dimostrare chi sono, che cosa facevano in giro in piena notte o verso l’alba". Difficile non aggiungere l’avviso alla lista delle stranezze di Santa Marta: nel pensionato continuano ad abitare monsignor Perlasca, sotto inchiesta per la vicenda del Palazzo di Londra, monsignor Viganò, l’ex nunzio negli Usa capofila degli oppositori del Papa e mancato cardinale, e sembra anche un vescovo argentino ricercato per pedofilia di cui si sono da tempo perse le tracce.