"Basta con AstraZeneca e J&J". L’Europa punta sui vaccini più innovativi

Dal 2022 solo farmaci con RNA messaggero. Von der Leyen: "Più efficaci contro le varianti". E ordina subito 50 milioni di dosi . Pfizer anticipa le consegne: all’Italia 7 milioni di fiale aggiuntive nel trimestre. Il siero Oxford sarà limitato agli over 60

Migration

Il dado è ormai tratto, il Rubicone varcato. Nel 2022 la Commissione europea punterà sui vaccini a RNA messaggero, e quindi su PfizerBioNTech, Moderna e sul futuribile CureVac, ancora non approvato dall’Ema. A spingere in questa direzione è in particolare la Germania che ha ben due (BioNTech e CureVac) delle aziende produttrici. Nel frattempo, in attesa di capire come utilizzare Johnson&Johnson (una decisione ci sarà la prossima settimana), si andrà avanti in primis con Pfizer, poi con Moderna e con un AstraZeneca "a scartamento ridotto" (sostanzialmente solo per gli over 60 e come seconda dose per chi ha avuto la prima).

Nei giorni scorsi l’ipotetica svolta ’pro RNA messaggero’ era basata su indiscrezioni, ieri è stata implicitamente confermata dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "Per combattere la pandemia – ha detto parlando alla stampa a Bruxelles – probabilmente ad un certo punto serviranno richiami per rafforzare la protezione dei vaccinati. E dovremo sviluppare vaccini adattati alle nuove varianti, presto e in quantità sufficienti. Dobbiamo focalizzarci sulle tecnologie che hanno dimostrato il loro valore: i vaccini a RNA messaggero sono un caso chiaro". Per AstraZeneca (che incassa anche la rinuncia della Danimarca) e Johnson&Johnson è una brutta botta. La scelta è infatti già operativa, dato che la presidente von der Leyen ha annunciato che la Commissione "sta negoziando con PfizerBioNTech per un terzo contratto che prevederà la consegna di 1,8 miliardi di dosi nel periodo 2021-23" e prevederà che "non solo la produzione delle dosi ma anche quella di tutti i componenti essenziali avvenga in Europa. Altri contratti con altre compagnie potrebbero seguire".

Come prova di buona volontà e in vista di un sodalizio che si annuncia fruttuoso, PfizerBioNTech ha accolto la proposta della presidente di anticipare al secondo trimestre la consegna di 50 milioni di dosi inizialmente prevista per fine 2021, portando il totale delle consegne di Pfizer all’Europa nel secondo trimestre a 250 milioni. Cinquanta milioni di dosi è grossomodo quante ne avrebbe dovute fornire all’Ue questo trimestre Johnson&Johnson, le cui consegne restano bloccate dall’azienda in attesa del parere delle autorità regolatorie americane e dell’Ema.

Ad aiutare nella campagna vaccinale ci saranno per fortuna le dosi aggiuntive di Pfizer. "Il presidente Draghi – ha annunciato il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo – mi ha comunicato che, grazie alle pressioni europee, in questo trimestre arriveranno 50 milioni di Pfizer in più per l’Europa. Questo significa 670mila dosi aggiuntive per fine aprile, 2 milioni e 150 mila dosi in più a maggio e oltre 4 milioni dosi in più a giugno. Finalmente una buona notizia, che ci fa dire che il piano va avanti come lo avevo strutturato".

Da qui a fine mese, dicono dagli uffici del Commissario, arriveranno 3 milioni di Pfizer, 850mila di Moderna, e 2,7 milioni di AstraZeneca, per un totale di 6 milioni e 650 mila dosi, alle quali vanno aggiunte le 184mila di J & J già arrivate a Pratica di Mare e le 320 mila che giungeranno a fine mese che portano il totale a 7 milioni 154 mila dosi. Queste si aggiungono al milione e mezzo di Pfizer giunte l’altroieri, per un totale nel mese di 8 milioni e 650mila dosi.