Mercoledì 24 Aprile 2024

Basta bonus Un Paese si cura con le riforme

Gabriele

Canè

Quando il ministro dell’Economia lo definisce "tra le truffe più grandi mai viste": 4 miliardi (!) intercettati, di cui 2,3 (!) già sequestrati. Quando il bonus più bonus di tutti, quello per l’edilizia, ha dato il destro per una ruberia di queste dimensioni. Quando si scoprono a migliaia dei non aventi diritto al reddito di cittadinanza, che è pur sempre un bonus per sostenere chi non ha un lavoro, e fin qui ci siamo, e per trovargli un impiego, e qui non ci siamo affatto. Insomma, quando la politica delle toppe, accanto a qualche innegabile risultato, offre questo campionario truffaldino, forse chi governa ha il dovere di farsi una domanda, fornendo un’inevitabile risposta. Proviamo a riassumerla così: se invece di distribuire a pioggia e in modo temporaneo dei benefici con disposizioni spesso talmente colabrodo o ingarbugliate che qualunque non avente diritto ci si può infilare dentro, non sarebbe il caso di prendere pochi e inattaccabili provvedimenti per spendere bene e una volta per tutte il danaro? Esempio: invece di dare ai diciottenni 500 euro per la "cultura", o uno sgravio fiscale agli under 36 per l’acquisto della prima casa, in un Paese recordman di disoccupazione giovanile, non sarebbe meglio una politica seria di incentivi al lavoro, di sgravi per le aziende, in modo che i giovani possano avere uno stipendio con cui investire in cultura e nel mattone? Certo, ci sono momenti eccezionali in cui possono servire interventi eccezionali, come per l’edilizia, che ha riaperto i cantieri e dato respiro a tante attività economiche. Ma quando finiscono per diventare una regola, a volte più utile ai truffatori che ai bisogni strutturali del Paese, beh, bisognerà decidersi a strutturare meglio quelli che ci sono con l’obiettivo di voltare pagina. Per fare dell’Italia il Paese delle riforme serie e non dei bonus. Che alla fine sono solo tamponi, malauguratamente negativi.