Mercoledì 24 Aprile 2024

"Basta bonus, non siamo il Sussidistan" Bonomi accusa il governo. Poi la tregua

Il leader degli industriali propone un nuovo patto per l’Italia: "Più coraggio nelle scelte, smontare parte del reddito di cittadinanza"

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di Claudia Marin

Chi si aspettava un duello Bonomi-Conte è rimasto deluso. Anzi, all’Assemblea pubblica di Confindustria, rinviata da maggio per l’emergenza, va in scena l’avvio del dialogo o della tregua tra i vertici dell’associazione di Viale dell’Astronomia e il governo, dopo mesi di scontro. Il che non toglie che il presidente degli industriali, Carlo Bonomi, fissi una serie di paletti per non tornare sulle barricate.

Citando lo spirito di Alex Zanardi avvisa: "I sussidi non sono per sempre. L’Italia non diventi un Sussidistan". E per non diventarlo – spiega – servono una "visione alta e lungimirante", "un nuovo grande patto per il Paese" e interventi radicali: una "profonda" riforma degli ammortizzatori sociali; la cancellazione di Quota 100 (ma non pare andare a Quota 101); la revisione "della parte di Reddito di cittadinanza non destinata al contrasto alla povertà, ma destinata in teoria alle politiche del lavoro, aprendo alle Agenzie per il lavoro che conoscono, a differenza dei Centri pubblici per l’impiego, le competenze richieste dalle imprese". E occorre, in via preliminare e prioritaria, "un quadro netto di poche decisive priorità" nell’utilizzo del Recovery Fund, perché "se si fallisce non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti. Il danno per il Paese sarebbe immenso. Non ce lo possiamo permettere". E altrettanto netto è l’avviso sul Mes: rinunciare sarebbe "un danno certo". Il premier e il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, come il responsabile dell’Economia, Roberto Gualtieri, apprezzano. Dal palco e della platea.

E così tocca al presidente del Consiglio controfirmare la tregua: "Abbiamo una grandissima sfida, dobbiamo vincerla e lo possiamo fare solo tutti insieme". Parole alle quali fa seguire un annuncio più concreto: si farà una legge che individuerà una struttura ad hoc, composta dai soggetti attuatori e responsabili del Recovery Plan, il piano che il governo dovrà predisporre per ottenere da Bruxelles i 209 miliardi promessi. Saranno sei i commissari, uno per ogni area di intervento.

Così Bonomi registra "disponibilità" e "una apertura molto forte", "un buon inizio di dialogo". Dicendo che a cambiare posizione è il governo, non Confindustria: "La nostra non è mai cambiata". Il numero uno degli industriali mette nero su bianco le proposte dell’Associazione, raccogliendole in un corposo dossier di 385 pagine ("Il coraggio del futuro. Italia 2030-2050"). Ad esempio, "perché passare alla tassazione diretta mensile solo per i 5 milioni di autonomi? Facciamo lo stesso per tutti i lavoratori dipendenti sollevando le imprese dall’onere ingrato di continuare a svolgere la funzione di sostituti d’imposta".