Mercoledì 24 Aprile 2024

Ruvo di Puglia, morto 14enne: precipitato da finestra scuola. "Aveva preso un brutto voto"

Ipotesi gesto volontario: durante l'intervallo, mentre in classe non c'erano professori, il giovane sarebbe salito sul davanzale della finestra e si sarebbe lasciato cadere

Foto generica di Carabinieri

Foto generica di Carabinieri

Roma, 1 dicembre 2021 - Sarebbe un brutto voto appena ricevuto alla base del gesto di un 14enne, che questa mattina è morto dopo essere precipitato dalla finestra al primo piano del liceo Orazio Tedone di Ruvo di Puglia. È quanto avrebbero riferito i compagni di classe ai carabinieri, coordinati dalla Procura di Trani, che hanno eseguito rilievi e ascoltato numerosi testimoni, docenti e studenti.

Stando d una prima ricostruzione, il 14enne, al primo anno di liceo, aveva ricevuto un brutto voto in una materia come il resto della sua classe perché durante una interrogazione a sorpresa si erano dimostrati tutti impreparati. E così, durante l'intervallo tra una lezione e la successiva, mentre in classe non c'erano professori e i compagni chiacchievano tra loro, sarebbe salito sul davanzale della finestra e, dopo qualche istante, si sarebbe lasciato cadere.

Alcuni compagni di classe si sarebbero accorti di quanto stava accadendo - hanno raccontato agli investigatori - e avrebbero tentato di fermarlo e farlo desistere. L'ipotesi è, quindi, quella del gesto volontario ma accertamenti più approfonditi serviranno a escludere con certezza la possibilità che il ragazzo abbia perso l'equilibrio, precipitando. A quanto si apprende, quando i soccorsi sono arrivati sul posto, il 14enne era già morto, forse deceduto sul colpo.

"Esprimo la vicinanza di tutta la nostra città alla famiglia di questo ragazzo alle prese con una sofferenza ingiusta e insostenibile. Siamo vicini anche ai suoi insegnanti, ai suoi compagni, alla dirigente delle liceo, impegnati, come tutti noi, nel tentativo di decifrare questo indecifrabile rompicapo", è quanto scrive su facebook il sindaco di Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco. "Spente le sirene, passato il brusio delle mille voci, tornate nel silenzio le urla e le grida, chiusa la porta dell'ufficio di un sindaco, non restano che dolore e disperazione - scrive continua Chieco - . Una vita giovanissima si è interrotta improvvisamente, con ancora intatti tutti i desideri, con il mondo intero ancora da conoscere". "È difficile riprendere la vita quotidiana con un simile fardello addosso. Il solo impegno che ognuno di noi può prendere - conclude il sindaco - è quello di interrogarci sempre e con sincerità sulle fragilità nostre come su quelle di chi ci sta accanto, restare vicini, restare solidali. E, naturalmente, non dimenticare".