Sabato 20 Aprile 2024

Bari, operazione di polizia contro il clan Capriati: 21 arresti

Operazione di polizia a Bari contro esponenti di spicco e gregari del clan attivo nel Borgo Antico e in altri quartieri del capoluogo pugliese

Operazione di polizia a Bari (Ansa)

Operazione di polizia a Bari (Ansa)

Bari, 19 aprile 2018  - Operazione di polizia contro il clan Capriati nel Barese. E' di 21 arresti il bilancio del blitz della Polizia di Stato a Bari contro esponenti di spicco e gregari del clan attivo nel Borgo Antico e in altri quartieri del capoluogo pugliese.

Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso e dall'uso delle armi, porto e detenzione di armi da guerra, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e continuate, associazione per delinquere aggravata e finalizzata alla realizzazione di furti. 

Le indagini, coordinate dalla DDA e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Bari.

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Il clan Capriati è operante in posizione dominante nei quartieri "Murat", "Città Vecchia" e "Carrassi" di Bari, oltre che in alcuni comuni del nord barese. La famiglia è diretta dal pregiudicato Filippo Capriati. Quest'ultimo, avvalendosi di numerosi affiliati, tra cui il fratello Pietro, ha organizzato, diretto e preso parte ad una organizzazione per delinquere armata, di tipo camorristico-mafioso, finalizzata alla commissione di più reati contro il patrimonio, la persona, l'ordine e la sicurezza pubblica, l'industria ed il commercio oltre che concernenti il traffico e lo spaccio di stupefacenti e le armi, al fine di acquisire la gestione o comunque il controllo di attivita' economiche nell'area metropolitana di Bari. 

In particolare, è emerso che il clan, con la forza dell'intimidazione, aveva acquisito, attraverso una società, il controllo del servizio di assistenza e viabilità, connesso ai traffici ed alle operazioni portuali, all'interno del porto di Bari; ha imposto l'acquisto di merci a diversi commercianti operanti nel quartiere "Carrassi" di Bari oltre che in alcuni comuni limitrofi ed ha imposto ai commercianti delle feste patronali l'acquisto di merci; inoltre il clan era dedito al traffico di ingenti forniture di cocaina, hashish, marijuana ed eroina destinate allo spaccio al dettaglio. 

Esisteva anche un'associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di furti in azione sia nel sud della Puglia, sia in diverse aree della Basilicata ai danno di grosse aziende commerciali. 

Gli agenti hanno sequestrato sostanze stupefacenti, un fucile mitragliatore, un fucile a canne mozze e 10 pistole, oltre a numerose munizioni, e recuperata parte della refurtiva. 

Le manette sono scattate per Filippo e Pietro Capriati, di 47 e 45 anni, Paolo Emanuele Anaclerio, 33 anni, Michele Arciuri, 38 anni, e l'omonimo ci 46, Matteo Borgia, 30 anni, Francesco Colasuonno, 31 anni, Salvatore D'Alterio, 38 anni, Gaetano Lorusso, 51 anni, Pasquale Panza, 52 anni, Giuseppe e Saverio Pappagallo, di 30 e 47 anni, Carmelo Recchia, 42 anni. Ai domiciliari Vito Antonio Cotrufo, 43 anni, Giuseppe D'Addabbo, 47 anni, Vito Maurelli, 58 anni, Nicola Piperis, 43 anni, Pasquale Sallustio, 35 anni. Obbligo di dimora per Giuseppe Grottone, 27 anni e Giulio Valente, 36 anni.

TERRORIZZAVANO I MEDICI  - I membri del clan Capriati saltavano le liste d'attesa del Policlinico il più delle volte terrorizzando medici e infermieri e ottenendo prenotazioni anche in 48 ore, controllavano la cooperativa che gestisce la viabilità nel porto di Bari imponendo assunzioni (più della metà dei 44 dipendenti sono risultati pregiudicati o loro familiari), obbligavano i commercianti del mercato di Santa Scolastica e gli ambulanti della festa patronale di San Nicola del 2015 ad acquistare merce da fornitori amici: è quanto emerge dalle indagini della Dda di Bari e della Polizia.

Gli agenti della Squadra mobile oggi hanno notificato 21 misure cautelari (13 in carcere, 5 agli arresti domiciliari, un obbligo di dimora e due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria). 

Secondo quanto riferito sule indagini del pm Isabella Ginefra, ai vertici del gruppo mafioso c'erano i fratelli Filippo e Pietro Capriati, nipoti dello storico capo clan 'Tonino'. Dopo la scarcerazione di Filippo, nel febbraio 2014, avrebbero riorganizzato il clan affiliando decine di nuovi sodali. Tra gli indagati in stato di libertà ci sono pregiudicati, la manovalanza che eseguiva furti, rapine, spaccio ed estorsioni, due dipendenti della cooperativa portuale, un medico e due infermieri.