Bari, carabiniere arrestato per peculato e depistaggio

Cassano delle Murge: agli arresti domiciliari un maresciallo comandante di stazione. Lo hanno arrestato i colleghi

I carabinieri (Foto archivio)

I carabinieri (Foto archivio)

Roma, 24 luglio 2020 - Un'altra inchiesta scuote l'Arma dei carabinieri dopo i clamorosi arresti di Piacenza. I carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un provvedimento emesso dal gip di Bari Paola Angela De Santis, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti del maresciallo Cosimo Maldarizzi di 56 anni, comandante della Stazione di Cassano delle Murge. E' accusato di peculato, omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale e depistaggio. Gli accertamenti svolti dagli stessi suoi colleghi del Comando Provinciale, sotto la direzione della pm Chiara Giordano, hanno fatto emergere i reati che sarebbero stati commessi dal maresciallo nel 2018, durante le operazioni di rinvenimento di 8 mezzi provento di furto nelle province di Bari, Taranto e la successiva riconsegna ai proprietari.

Nelle intercettazioni telefoniche tra il proprietario di un agriturismo di Cassano Murge e i suoi familiari, i carabinieri del Comando provinciale di Bari avrebbero trovato la prova che il comandante della Stazione di Cassano, maresciallo Cosimo Maldarizzi, si sarebbe appropriato di una cisterna provento di furto, che era stata trovata insieme ad altra refurtiva in un capannone e non restituita al suo proprietario. Anche quelle intercettazioni sono state utilizzate dalla pm Chiara Giordano per ottenere dalla gip Paola Angela De Santis la misura cautelare nei confronti del maresciallo. Il proprietario dell'agriturismo avrebbe detto alla figlia al telefono di avere ricevuto la cisterna da Maldarizzi e la donna ne avrebbe, a sua volta, parlato con il suocero.

 Secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe tentato anche di far ritrovare la cisterna che aveva consegnato a un suo conoscente, anziché al legittimo proprietario, per depistare le indagini a suo carico. Il maresciallo - stando a quanto è stato ricostruito dalla pm Chiara Giordano - nel dicembre del 2019 avrebbe avuto conoscenza dell'indagine a suo carico, in quanto i carabinieri del Comando provinciale effettuarono alcune acquisizioni in caserma. Subito dopo, Maldarizzi si recò presso l'officina in cui erano stati depositati provvisoriamente i mezzi rubati e rinvenuti dai suoi carabinieri, per acquisire i verbali di rinvenimento e di riconsegna, al fine di non far scoprire che non fossero coincidenti. Successivamente sarebbe andato a chiedere la restituzione della cisterna all'amico a cui l'aveva consegnata e infine informò il suo superiore (comandante della Compagnia di Altamura) che il mezzo era stato ritrovato e che si trovava in un deposito.

Tutte le accuse dovranno essere ovviamente provate nel corso dell'inchiesta.