Giovedì 18 Aprile 2024

Barca a fuoco, giovane hostess resta uccisa

Fuga di gas durante la notte, la 29enne era da sola a bordo: l’ipotesi della morte per asfissia. Accompagnava i turisti tra le isole

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di Nino Femiani

CASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli)

"Fai in modo che non passino più di 24 ore dall’ultima cosa soddisfacente che hai fatto". Così Giulia Maccaroni, 29 anni, originaria di San Vito Romano, descriveva la sua filosofia nel profilo Facebook. Una vita intensa, lasciandosi accarezzare dalla brezza marina, a bordo o anche al timone di una barca a vela.

Proprio quella che, alla fine, l’ha tradita, trasformandosi nella sua bara. Giulia è morta la notte tra domenica e lunedì. Si trovava a bordo di un charter a vela di 22 metri nel porto turistico di Marina di Stabia a Castellammare (Napoli) che accoglie durante il periodo estivo centinaia di natanti in sosta prima di andare a Capri. Era appena tornata dalle Isole Eolie con il resto dell’equipaggio, dopo aver accompagnato, come hostess di bordo, diversi gruppi per una vacanza tra le isole siciliane.

Dopo aver ormeggiato alla banchina di Marina di Stabia, gli altri due componenti dell’equipaggio – la barca, battente bandiera inglese, è di proprietà di un armatore con sede a Gragnano, centro dei Monti Lattari – sono andati a casa. Lei, invece, è rimasta a dormire sottocoperta prima del ritorno a casa. La tragedia poco dopo le tre.

Di colpo i vigilantes del porto sono stati allertati da alcune barche vicine. "C’è un incendio su un charter a vela", hanno urlato i proprietari degli scafi. Immediata la chiamata ai vigili del fuoco che hanno un distaccamento a poche centinaia di metri da porto di Stabia. L’incendio era già furioso quando sono intervenuti tanto che l’imbarcazione, fortemente danneggiata, è quasi colata a picco. Quando i vigili sono entrati in cabina hanno trovato il corpo senza vita di Giulia. Il fuoco l’avrebbe sorpresa mentre dormiva dopo una serata di lavoro. L’avrebbero asfissiata i gas sprigionati dalla combustione di resine, legno e plastiche, facendola passare dal sonno alla morte. Probabilmente non si è accorta di nulla, sul suo corpo non sono state trovate né ferite né ustioni. Sul tragico rogo la Procura di Torre Annunziata ha aperto una inchiesta, la pm Giuliana Moccia ha disposto il sequestro della salma. Alcuni testimoni hanno riferito di avere sentito un boato, l’imbarcazione sarebbe stata avvolta dalle fiamme subito dopo. Non è escluso che l’incendio possa essere stato la conseguenza di una esplosione causata dal malfunzionamento di una bombola di gas, ma la ricostruzione della dinamica è ancora in corso da parte della Capitaneria di Porto. Sono state acquisite le registrazioni di diverse telecamere di sorveglianza che si trovano sul porto turistico, per verificare se qualcuno si sia avvicinato nella notte all’imbarcazione. Grande il dolore e lo choc dei familiari che non se la sono sentita di procedere al riconoscimento. La mesta incombenza è stata assolta da uno zio di Giulia.