Bar, ristoranti, teatri e parrucchieri. Spiragli d’apertura dopo il 20 aprile

Cabina di regia tra il 12 e il 17 per un allentamento selettivo delle restrizioni. Regioni e centrodestra in pressing su Draghi

I colori delle Regioni e controlli a Milano

I colori delle Regioni e controlli a Milano

Per dirla con Manzoni: "Adelante, con juicio". Avanti con prudenza. È questa la linea che vuole Mario Draghi, deciso a coniugare il rigore e il no alle zone gialle fino a fine mese con qualche riapertura se solo sarà possibile. Una nuova cabina di regia su questo tema potrebbe essere convocata tra il 12 e il 17 aprile, in vista di un allentamento ’selettivo’ delle misure dal 20 aprile, da ratificare poi in consiglio dei ministri. In questo senso premono le Regioni e più di tutte in maggioranza la Lega e Forza Italia (che spinge molto anche sui ristori). I rigoristi di Sel e Pd non ci stanno e in serata Palazzo Chigi getta acqua sul fuoco sulle aspettative di Regioni e centrodestra. "La cabina di regia – si osserva – non è stata al momento convocata per la valutazione di possibili aperture né sono state definite date. Per quanto attiene il quadro epidemiologico, questo è costantemente monitorato. Ed è sulla base dei dati elaborati settimanalmente dall’Iss e dalla Direzione generale prevenzione del ministero della Salute che verrà valutata la situazione sulla diffusione del contagio e sulle misure e i tempi necessari".

Oggi Veneto, Marche e provincia di Trento tornano arancioni, mentre Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia e val D’Aosta restano rosse. Ma la prossima settimana i numeri dovrebbero essere meno pesanti e in particolare Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Campania e Friuli Venezia Giulia potrebbero ’scalare’ ad arancione. E qualcuna delle attuali arancioni potrebbe scendere al di sotto della soglia che consentirà le riaperture dal 20 aprile, diventando “arancione light“.

Bollettino Coronavirus: i contagi dell'8 aprile

Per arrivare alla decisiva cabina di regia, che effettivamente dovrebbe essere la prossima settimana, probabilmente venerdì 16, la road map è la seguente. Giovedì i sarà l’incontro del Governo con le Regioni, con il tema del Recovery all’ordine del giorno. I governatori, che poi vedranno anche il ministro Mariastella Gelmini alla Conferenza Stato-Regioni, chiedono di "fornire prospettive a quei settori chiusi valutando aperture subito dopo il 20 aprile, nel caso di un miglioramento dei dati epidemiologici, per poi permettere da maggio la ripartenza di attività in stand-by da troppo tempo, come le palestre". E questo, se appena sarà possibile, verrà concesso. Il problema è dove fissare il paletto al di sotto del quale scatteranno le riaperture. Probabile che si richieda un doppio indicatore: Rt sotto 1 da almeno una settimana e incidenza sotto 150 casi (i rigoristi vorrebbero 100-120) ogni 100 mila abitanti. Oltre questo andrà garantito un regolare andamento della campagna vaccinale, fatte salve le consegne inadeguate.

Nelle regioni che saranno al di sotto di questa soglia è probabile il via libera del’apertura di bar e ristoranti a pranzo (massimo fino alle 18, forse le 17) dei musei e di cinema e teatri (con presenza al 30% della capienza teorica), di parrucchieri e saloni estetici. Improbabile invece la riaperture di palestre, impianti sportivi (qualche spiraglio per attività all’aria aperta come calcio, calcetto, atletica, rugby, tennis, beach volley), fiere e terme per le quali l’orientamento è di consentire una riapertura solo a maggio (o, in subordine, a regioni ’bianche’ con incidenza sotto 50). Chiusura confermata fino a tutto aprile anche per i centri commerciali nei fine settimana. Ma a decidere, ripetono a Palazzo Chigi, saranno i dati.

Remuzzi: "Ecco la cura a casa contro il Covid. AstraZeneca? Rischio molto basso"