Banfi, l’ultimo saluto a Lucia A messa il biglietto del Papa "Sei il nonno d’Italia, sarai forte"

Ieri a Roma i funerali della moglie dell’attore pugliese. La Chiesa gremita di personaggi. Il cordoglio di Francesco e il sorriso commosso di Lino: "Quanta gente, sei più famosa di me"

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di Viviana Ponchia

Familiari, amici, gente di quartiere, il mondo dello spettacolo. E il Papa, che lo consacra definitivamente nel ruolo: "Caro fratello, i nonni sano essere forti e tu sei nonno di una Nazione intera". In tanti hanno voluto essere vicini a Lino Banfi nel giorno del funerale della moglie Lucia Lagrasta, compreso il Pontefice che lo ha sempre definito l’abuelo d’Italia e ha affidato il suo conforto a una lettera: "Raccogli l’eredità di fede e di bontà di tua moglie – ha scritto il pontefice –, continuando a testimoniare la bellezza del vincolo di amore che vi ha tenuti uniti, la bellezza incomparabile della famiglia. Ti esprimo il mio affetto e invocando la protezione sella Santa Vergine di cuore benedico te e quanti piangono la scomparsa di Lucia. Fraternamente, Francesco".

E così il dolore nelle parrocchia di Sant’Ippolito a Roma diventa più gestibile: "Quanta gente – dice l’attore, mentre la bara esce dalla chiesa dopo la messa cantata –. Vedo che mia moglie è più famosa di me, vuol dire che abbiamo seminato bene. A Lucia ripetevo sempre che la nostra era una buona costruzione, che abbiamo tirato su questa casa inossidabile, antisismica e anticattiveria. Ma non mi aspettavo diventasse davvero così forte".

E su di sé, rimasto senza la propria ombra, senza la donna che con pudore aveva espresso il desiderio di morire insieme a lui: "Ora per me rimangono i tempi supplementari e poi i rigori". Mara Venier, Milly Carlucci, Giulio Scarpati, Paolo Conticini, Lunetta Savino, Luigi Di Maio, Vincenzo Spadafora. La partita continua, gli amici sono lì. Anche Francesco, che amico è diventato davvero. Circolano fotografie un po’ aliene di loro due assieme: allegri al di là del protocollo, quasi sul bordo di una gag.

Perché non sono alla prima lettera. Aveva cominciato l’attore quasi un anno fa chiedendo al santo Padre un incontro per i 60 anni di matrimonio. Lo aveva promesso a Lucia sposandola di nascosto in una sagrestia alle sei del mattino il primo marzo del 1962: "Questa è una cosa triste ma non preoccuparti, che se Dio ci dà la forza di stare insieme, dopo faremo una cosa da principi. Voglio il Papa, te lo giuro. Lascia fare a me". Francesco in quel momento aveva altro a cui pensare, fra la guerra e i problemi al ginocchio. Non ci contava troppo.

E invece è riuscito persino a farlo sorridere con qualche battuta su Padre Pio. Di più: lo ha commosso con la richiesta della moglie: "Quando vai dal Papa, visto che lui è più vicino di noi al Padreterno, chiedigli se può farci morire insieme perché dopo tanti anni di matrimonio come farà l’uno ad andare avanti senza l’altro?".

Risate e lacrime, così si diventa amici. In reciprocità. Tu sei il nonno d’Italia. E tu l’abuelo del mundo. Un faccia a faccia di mezzora, la promessa di rivedersi, però con Lucia. "Santità – osò Banfi – faccio l’attore comico di professione, quando ha bisogno di ridere perché la fanno arrabbiare mi chiami subito, io vengo e le tiro su il morale". Il Papa rise subito: "Come se avessi preso quattro Oscar tutti insieme".

E poi gli regalò un rosario, gli regalò il libro "Perché avete paura?" con la copertina in cui è solo in piazza San Pietro a invocare la fine della pandemia e la dedica: "Al mio amico Lino Banfi, per tutto il bene che fa". La battuta era pronta: "Santità, noi attori facciamo tutto per finta, siamo bugiardi di mestiere. Adesso chi mi crederà che questo libro me lo ha regalato lei personalmente?".