Banditi nella villa di Facchinetti Pistole spianate, via ori e gioielli "I 35 minuti peggiori in vita mia"

Erano in casa anche la moglie e il figlio minore. Il leader dei Pooh ai fan: per fortuna stiamo bene. La rabbia del figlio Francesco: "Stato colpevole, non crescerò i miei ragazzi in questo Paese"

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di Francesco Donadoni

"Cari amici, avrete appreso dai media della vicenda che ha riguardato me e la mia famiglia. Sono stati 35 minuti terribili, i più brutti della nostra vita. Voglio però tranquillizzarvi. Stiamo tutti bene. Non posso rivelare altro, sono in corso le indagini, ma vi ringrazio per la vicinanza che mi state dimostrando. Un abbraccio Roby". Il post pubblicato su Facebook e Instagram è una sintesi per rassicurare amici e fan di Roby Facchinetti. Tralascia particolari inquietanti, da film del brivido. Solo un minimo accenno alla rapina subita domenica sera nella villa di via del Lazzaretto, a Bergamo, dalle parti del Gewiss Stadium, con le ampie finestre che danno su Città Alta, il cuore storico del capoluogo orobico.

L’assalto a pochi giorni dal via del Festival di Sanremo. Martedì, infatti, Facchinetti sarà sul palco del teatro Ariston con i vecchi amici per una reunion dei Pooh, in via del tutto eccezionale per la prima serata del festival della canzone italiana. Ma quelli che ha appena passato sono stati 35 minuti di terrore. Domenica sera, sono da poco passate le 20.50, Roby Facchinetti è in casa con la moglie Giovanna Lorenzi. Hanno finito di cenare da un po’. Nella villa abitano anche i loro due figli: Giulia, con il marito e i suoi due bambini, e Roberto. A un certo punto l’assalto del commando, formato da tre persone entrate all’interno dell’abitazione: dai primi riscontri dovrebbero essere stranieri, quel che è certo è che hanno tutti il volto nascosto da passamontagna. Guanti alle mani, vestiti di nero. Niente effrazioni a porte e finestre: forse l’ingresso a quell’ora era aperto. O forse i rapinatori hanno semplicemente scavalcato il cancello. Nessun rumore esterno sospetto che potesse destare allarme. All’improvviso Facchinetti, sua moglie e il figlio si trovano davanti i banditi con le armi spianate. Sotto scacco dei malviventi, sono attimi di terrore, l’adrenalina sale. I tre sanno come muoversi: chiedono insistentemente soldi, gioielli, orologi e nel frattempo arraffano oggetti di valore. Facchinetti "offre" loro dei contanti nella speranza che vadano via al più presto. Ma non si accontentano, vogliono di più. Come se fossero a conoscenza che nella villa ci fosse ben altro: qualcuno potrebbe aver fornito delle informazioni? E spunta l’ipotesi della talpa, che se confermata farebbe pensare a un piano organizzato e pianificato nei dettagli. Un particolare su cui si stanno concentrando le attenzioni degli uomini della Squadra mobile della questura di Bergamo che indaga sulla vicenda e su cui per ora mantengono il più stretto riserbo.

Il commando è rimasto nella villa più di mezz’ora, minacciando e maltrattando Facchinetti e i familiari, fortunatamente senza usare violenza fisica su nessuno. Pare che, in seguito al forte spavento, la moglie di Roby, Giovanna, abbia accusato un lieve malore e sia stata soccorsa dal personale del 118, arrivato alla villa con un’ambulanza e il personale sanitario. La procura nel frattempo ha aperto un fascicolo a carico di ignoti con l’accusa di rapina pluriaggravata dall’uso delle armi, commessa da più persone travisate e all’interno di una proprietà privata. Le indagini stanno prendendo in esame ogni pista. Nel frattempo saranno passate al setaccio anche le immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza. Comunque c’è un precedente: nel 2017, a febbraio, un ladro era entrato nell’androne della villa ed era stato messo in fuga dal genero di Facchinetti, cintura nera di krav maga.

Francesco Facchinetti, figlio del cantante, si è sfogato duramente attraverso una story sul suo profilo Instagram: "Purtroppo è vero, mio padre, mio fratello e mia sorella hanno subito in casa una rapina a mano armata. Una di quelle cose brutte che vorresti non capitasse mai nella vita, che vedi solamente nei film e pensi che non possa succedere. Sono molto triste, amareggiato di come si è trasformato il nostro Paese. È una vergogna. Chi può, come ho fatto io, va ad abitare da un’altra parte. Perché in Svizzera? Non voglio crescere i miei figli in un Paese dove non possono essere liberi... un Paese dove c’è da aver paura".