Banconote usurate, tesoro in fumo L’ordine: d’ora in poi vanno bruciate

Più di 600 tonnellate solo nel 2020. Bankitalia si adegua alle linee Bce: finiranno nei termovalorizzatori

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di Remy Morandi

Le banconote vanno in fumo. Non perché ce ne siano sempre di meno, ma perché quelle logore, quelle rotte, o inutilizzabili dovranno essere bruciate nei termovalorizzatori, per creare energia pulita. A stabilirlo è la stessa Banca d’Italia nel rapporto ambientale del 2021. Dal prossimo anno, infatti, in linea con le indicazioni della Banca centrale europea (Bce), le banconote da smaltire non finiranno più in discarica – come in buona parte accadeva finora – ma dovranno essere spedite nei termovalorizzatori presenti su tutto il territorio nazionale. Di quante banconote distrutte parliamo? Nel 2020 erano 611 tonnellate. Ma facciamo un passo indietro per capire meglio.

Oltre a occuparsi della ricerca, dello sviluppo e della stampa delle banconote in euro, la Banca d’Italia cura presso il Servizio Gestione circolazione monetaria e presso 34 filiali la selezione periodica delle banconote in circolazione per garantire uno standard di qualità del contante. Ovvero, la Banca controlla che le banconote che usiamo ogni giorno non siano logore, distrutte o inutilizzabili.

Ora la domanda: che cosa succede quando una banconota è giudicata non idonea alla circolazione? Che cosa succede quando una banconota è rotta e non può più essere più utilizzata? Fino a questo momento Bankitalia provvedeva banalmente "a ridurle in frammenti", come si legge nel Rapporto ambiente 2021 pubblicato dallo stesso Istituto. E dopo averle ridotte in frammenti le trasformava in bricchette di banconote sminuzzate, cioè dei mattoncini fatti di ritagli compressi. Alcune di queste bricchette sono perfino diventati oggetti da collazione negli anni, finiti anche su eBay per qualche centinaio di euro.

Tuttavia, i mattoncini di banconote triturate smetteranno pian piano di esistere, dato che di recente la Banca centrale europea ha rivisto i criteri relativi alla gestione dei rifiuti costituiti da banconote triturate, chiedendo alle varie banche centrali di abbandonare lo smaltimento in discarica entro il 2022.

Per far ciò, Bankitalia ha deciso di provvedere al recupero energetico delle banconote logore e dunque, entro il 2022, l’Istituto si adeguerà alle indicazioni della Banca centrale europea inviando le banconote distrutte agli impianti di termovalorizzazione. Comunque già lo scorso anno i rifiuti costituiti da banconote triturate sono diminuiti. In particolare, nel 2020 sono scesi a 611mila chilogrammi contro gli 852mila del 2019.

L’obiettivo di Bankitalia è produrre ancora meno rifiuti e abbassare i consumi energetici. Molti gli interventi previsti nel rapporto ambiente dell’Istituto per ridurre l’impronta ecologica delle attività istituzionali: dal ricorso a fonti di energia rinnovabile a quelli per migliorare i profili di efficienza degli edifici, dal taglio del 25% del consumo di acqua potabile all’acquisto di carta riciclata, fino alla promozione di una mobilità sostenibile con auto a trazione elettrica, bici a pedalata assistita e punti di ricarica.

In questa direzione ’green’ vanno anche le banconote logore da smaltire. Anzi, non da smaltire, ma da riutilizzare per creare nuova energia. Ma chi l’avrebbe mai detto che per creare energia pulita avremmo dovuto cremare le nostre banconote. Un vero e proprio tesoro che se ne va in fumo, in tutti i sensi possibili.