Giovedì 25 Aprile 2024

Bambino investito a Marostica, la nonna: "Thiago ce la farà, è un guerriero"

Il piccolo resta in coma farmacologica. "Le sue condizioni sono stazionarie", spiega l'avvocato che assiste la famiglia

Bambino investito a Marostica, i soccorsi (Ansa)

Bambino investito a Marostica, i soccorsi (Ansa)

Marostica (Vicenza), 12 marzo 2019 - Linda Terziu, 49 anni, albanese, è la nonna materna del piccolo Thiago. Risponde al telefono con gentilezza. È sempre in prognosi riservata il bambino di 14 mesi investito venerdì pomeriggio nel centro di Marostica (Vicenza). “Resta in coma farmacologico, le sue condizioni sono stazionarie, almeno non è peggiorato”, chiarisce l’avvocato Giuseppe Padovan che assiste la famiglia. Ieri il giudice ha confermato la custodia in carcere per Pietro Dal Santo, che ubriaco era piombato sul passeggino alla guida di un camion. L’uomo, artigiano edile, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La giustizia farà il suo corso ma per la nonna del piccolo queste sono ore di ansia e preghiera. È arrivata un anno e mezzo fa dalla Puglia per raggiungere le figlie. Signora Linda, come sta il bimbo? “Il mio Thiago è un guerriero. Gli è stato amputato il piede destro, dalla caviglia in giù. Aspettiamo che torni da noi”. Il dolore e la rabbia. “In questo momento m’importa solo di lui, del mio nipotino. Voglio che si svegli e basta. Poi dopo avremo il tempo per smaltire tutto”. Lei era lì. “Nessuno di noi ha avuto la possibilità di reagire. Stavamo mangiando il gelato, questa è l'ultima cosa che ho in mente. È stato un fulmine a ciel sereno. Quell'uomo è arrivato e ci ha messo sotto”. La città si è mobilitata, è stato aperto un conto corrente per pagare le cure al suo Thiago. “Ringrazio tutti di cuore ma adesso voglio solo che mio nipote torni tra di noi”. Piange. Questa gara di solidarietà è comunque un segno di affetto. “Lo so che ci vogliono bene. Siamo persone oneste, lavoriamo per vivere. Mio genero da Pedon, la mamma di Thiago in una pasticceria. Benvoluta e rispettata da tutti”. Sua figlia si era appena licenziata per seguire meglio i due figlioletti. “Sì, aveva lasciato il lavoro da pochi giorni per stare con Thiago. Il nostro bimbo... Lo abbiamo già sottratto alla morte una volta, quando è nato. Era prematuro, abbiamo passato quattro mesi negli ospedali, finché non si è ripreso. E adesso questa bastardo... Lo scriva pure, non m’interessa niente. Me l’ha massacrato”. Un bimbo già segnato molto dalla vita. Con una grande forza, però. Si commuove: “Sì, il mio Thiago è un guerriero, è un guerriero. Io spero... spero, lo sento che lui ce la farà”. I vigili urbani sono stati i primi a soccorrerlo e a praticargli il massaggio cardiaco quando pareva che il piccolo non respirasse più. “Abbiamo tanta  riconoscenza verso di loro, sono persone squisite. Ci sono stati molto vicino. Esiste un Dio, sto pregando tutti i santi del mondo”.