Bambini in classe: stop all’obbligo della mascherina

Il Consiglio di Stato blocca la misura del governo. "Nel prossimo Dpcm va provato che l’uso non sia dannoso per gli under 12"

Bimbi in classe con la mascherina

Bimbi in classe con la mascherina

Il Consiglio di Stato mette il bastone tra le ruote del governo sull’obbligo delle mascherine in classe per i minori di 12 anni: "Nel prossimo Dpcm vengano specificate le evidenze scientifiche che dimostrano come i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, obbligatori durante le lezioni, non danneggiano bimbi e ragazzini". Il caso riguarda nello specifico una bambina altoatesina (senza patologie), i cui genitori hanno interpellato il Tar del Lazio per chiedere (e ottenere) l’esenzione dall’uso della mascherina in aula a causa delle improvvise difficoltà respiratorie. Ora, il secondo grado di giustizia amministrativa – il Consiglio di Stato, appunto – conferma che "occorre una nuova, urgente, motivata rilevazione specifica dell’impatto dell’uso prolungato" delle mascherine sui minori di 12 anni. "Anche alla luce dei criteri dettati dall’Organizzazione mondiale della sanità, che non ritiene normale e incondizionata questa misura".

Il bollettino Covid di oggi 2 marzo

Il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini, nel decreto monocratico (n. 3042021) scrive: "L’imposizione non giustificata di un dispositivo come il Dpi su scolari giovanissimi presuppone per l’autorità emanante di provare scientificamente che l’utilizzo non abbia impatto nocivo sulla salute psico-fisica dei destinatari". Il dispositivo del Consiglio di Stato prende di mira la presidenza del Consiglio, la Provincia autonoma di Bolzano, il ministero della Salute, il Viminale e il ministero della pubblica istruzione.

"Nel prossimo Dpcm – spiega l’avvocato Francesco Scifo, che assieme a Linda Corrias ha difeso i genitori della bimba altoatesina – il governo deve spiegare perché le mascherine non fanno male ai bimbi. Il giudice ha disposto lo stop dell’uso in classe per la nostra piccola ricorrente e non può farlo per ogni bambino italiano, per questo c’è l’esecutivo nazionale. Ma se nel prossimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, come già avvenuto in passato, non saranno prodotti gli atti chiesti, noi lo impugneremo il giorno successivo e chiederemo i danni per ogni famiglia italiana. Non so dove porterà questo braccio di ferro, ma il governo non ha vantaggi a proseguire".

I genitori della bambina della provincia di Bolzano avevano dimostrato, grazie a certificati medici, problemi di ossigenazione dovuti all’uso prolungato dei dispositivi di protezione durante tutto l’orario di lezione. Problemi aggravati dal fatto che in classe non c’era un saturimetro ("strumento di costo minimo e semplice da usare che consente agli insegnanti di verificare eventuali sopravvenuti problemi respiratori negli alunni e intervenire ai primi segnali di difficoltà", scrive il magistrato).

Il passaggio fondamentale che ha reso possibile esentare la bambina in causa dall’uso della mascherina è stato proprio il certificato medico prodotto dalla famiglia. La piccola è stata visitata da un cardiologo e da uno pneumologo, i quali hanno rilevato la pressione sanguigna, l’ossigenazione e le pulsazioni cardiache senza mascherina (valori ottimali), con la mascherina (valori allarmanti) e, infine, nuovamente senza mascherina (valori ritornati verso la normalità). Il 23 marzo il Consiglio di Stato in udienza collegiale verificherà se nel Dpcm in via di definizione in queste ore sia stato rispettato il volere dei giudici amministrativi. "La svolta rivoluzionaria di questo verdetto è che viene ribaltato l’onere della prova a sfavore dell’amministrazione pubblica", conclude il legale Scifo.