Torino, morta bimba di 3 anni. Fermato compagno madre: "Non sono stato attento"

La piccola precipitata da quarto piano: i medici hanno tentato un intervento nella notte ma le condizioni erano disperate. Azhar Mohssine accusato di omicidio volontario. Testimone: "Sentito discutere, poi un tonfo"

Il ballatoio del palazzo e l'uomo fermato

Il ballatoio del palazzo e l'uomo fermato

Torino, 14 gennaio 2022 - Per qualche ora è rimasta attaccata alla vita poi, stamani, le speranze si sono interrotte. E' morta Fatima, la bambina di tre anni precipitata ieri sera dal quarto piano di un palazzo di via Milano, nel centro di Torino, dove viveva con la mamma. La piccola non è deceduta sul colpo ma le lesioni gravissime, com'era purtroppo prevedibile, non le hanno consentito di soppravvivere: traumi alla testa e al torace. Le sue condizioni sono apparse subito disperate ma nella notte, all'ospedale Regina Margherita, si è tentato comunque un intervento neurochirurgico, che però a nulla è servito. Questa mattina Fatima se ne è andata. Per quanto accaduto, è stato fermato il compagno della madre, Azhar Mohssine, 32 anni, con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale..

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"Mi sento in colpa per quanto è successo: non sono stato attento", sono state le prime parole dell'uomo, in lacrime, che abita al quinto piano dello stesso palazzo. E' stata la stessa Questura di Torino a rendere noto di avere sottoposto l'uomo a fermo con l'accusa di omicidio "poiché gravemente indiziato dell'omicidio della piccola, precipitata nella serata di ieri dall'ultimo piano dello stabile", come appurato in seguito alle prime indagini, coordinate dalla Procura torinese. Il fermo, prosegue la nota della Questura, è stato deciso dopo aver vagliato "elementi e testimonianze" che "hanno consentito una sommaria ricostruzione del fatto", su cui successivamente dovrà esprimersi il giudice.

A quanto si apprende la procura non ha ancora formulato l'imputazione per l'udienza di convalida, che dovrebbe tenersi lunedì. Al centro dell'attività degli investigatori ci sono ancora vari elementi da chiarire, come la ricostruzione della traiettoria della caduta della piccola, elemento questo che potrebbe emergere dall'autopsia sul corpo della bambina, che potrebbe essere effettuata nei primi giorni della prossima settimane, forse già martedì. 

La dinamica

Il quarto piano del palazzo in via Milano a Torino

Come detto, sono moltissimi i punti da chiarire ma alcune certezze sembrano emergere. Quel che si sa, per il momento, è che bisogna riavvolgere il nastro fino alle 21 di ieri sera. Attorno a quell'ora la bimba, in un momento più o meno lungo di distrazione, scappa sulle scale di casa sua, scavalca la ringhiera di un ballatoio, che affaccia sul cortile di un palazzo del centro storico di Torino, e precipita. Centrale in questa vicenda diventa quindi la ringhiera del ballatoio e come la piccola sia riuscita a scavalcarla: è uno dei punti nodali che andranno chiariti dal magistrato Valentina Sellaroli.

Intanto, secondo quanto si apprende, a controllare la piccola quando è precipitata c'era solo il convivente della madre 41enne, che vive nello stesso palazzo, ma un piano sopra rispetto alla casa della bimba. L'uomo vive ore difficili, in mattinata era stato condannato a otto mesi di carcere per possesso di 50 grammi di hashish.

Legale fermato: "Bimba come una figlia per mio assistito"

Il palazzo di via Milano (Ansa)
Il palazzo di via Milano (Ansa)

"Il mio assistito è molto provato dall'accaduto, la bimba era come una figlia e la piccola era molto attaccata a lui". Così, al termine dell'interrogatorio in procura, Alessandro Sena, avvocato del 32enne fermato per la morte della piccola. "Ha saputo della morte della piccola - ha aggiunto il legale - quanto è arrivato in procura e ha pianto a lungo, così come ha pianto durante l'interrogatorio nel quale ha detto di sentirsi responsabile per non essere stato attento nel momento in cui la bimba e' caduta".

Nel corso dell'interrogatorio, infine, l'uomo avrebbe detto "di non aver esagerato nel bere", ma "di aver perso la lucidità quando si è accorto di quello che era successo e visto la bimba caduta". Ma l'atteggiamento del fermato sembra invece dimostrare il contrario. Azhar Mohssine urla e sputa contro i poliziotti. Batte i pugni contro il finestrino della volante, grida di farlo uscire "altrimenti ve la spacco", dice che è già stato in carcere e che "le leggi italiane fanno schifo". Soltanto qualche ora più tardi riescono a calmarlo e, quando arriva davanti al magistrato, piange. 

La testimone: "Sentito discutere, poi un tonfo"

Intanto, una testimone ha raccontato quanto successo: "Ho finito il mio orario di lavoro, stavo facendo le pulizie, erano le 21 circa quando ho sentito una persona che parlava in lingua straniera e una in italiano, sembrava una discussione ma non un litigio. Poi ho udito un boato, come una cassa d'acqua che cade per terra". Stefania lavora al Panificio della Basilica, in via Milano, a Torino, ed è la prima persona che ieri sera ha soccorso la bimba precipitata. "Mi sono affacciata sul cortile per dire loro di abbassare la voce - racconta Stefania - ma quando ho aperto la porta ho visto la bambina per terra. Respirava con affanno, il polso era debole ed era molto fredda. Allora l'ho coperta con la mia giacca, poi abbiamo chiamato i soccorsi, che sono arrivati velocemente. La mamma è scesa subito, continuava a dire 'la mia bambina, la mia bambina', nel frattempo è arrivato il compagno".   

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