Mercoledì 24 Aprile 2024

Balene, l'etologa del Wwf: "Ho pianto quando le ho sentite cantare"

Laura Pintore: "I cetacei, possenti e fragili. Quanti misteri del mare ancora da scoprire"

Laura Pintore del Wwf

Laura Pintore del Wwf

Roma, 13 febbraio 2021 - Ha pianto, quando ha sentito il canto delle balene. Laura Pintore, 28 anni, etologa, è l’esperta dei cetacei per il WWF.  “Sono la mia passione fin da bambina. Mi hanno accompagnato in tutti questi anni di studio. Ma quando ti trovi faccia a faccia con loro è un'altra cosa".

Conquistata. “E' un'emozione. Sono monumenti del mare. Giganti che trasmettono allo stesso tempo possenza e fragilità. Sono molto sociali, hanno un rapporto madre-figlio molto forte. E sono longevi. Vivono anche cinquanta-sessant'anni. Giganti che trasmettono allo stesso tempo possenza e fragilità".

Balenottere comuni nel santuario Pelagos (foto Laura Pintore-Wwf)
Balenottere comuni nel santuario Pelagos (foto Laura Pintore-Wwf)

Per questo si è commossa?

"Sì, anche perché i suoni che emettono sono potenti, la balena non è mai da sola. Resta sempre in contatto, anche a cento chilometri di distanza da un altro individuo. Questi animali hanno un modo di comunicare che colpisce".

Avete elaborato i suoni delle megattere per farne musica.

"Perché c'è melodia... E colpisce al cuore sapere che proviene da un animale gigantesco, che pesa tonnellate".

Nell'Oceano Indiano è stata trovata una nuova specie, registrato un canto  mai sentito prima. Ci resta ancora molto da scoprire?

"Veramente noi del mare non sappiamo quasi niente. Ci sono tantissimi misteri da svelare. E chissà quante altre specie che ancora non conosciamo, di cui non immaginiamo l'esistenza. Le varietà di balene e delfini  sono tantissime. Soprattutto, non è così facile avvistarle. Considerando la vastità degli oceani, il fatto che l'acqua ricopre gran parte del nostro pianeta... Non potremo mai dire, sappiamo tutto. Ma per questo c'è la spinta a fare ricerca. Con spedizioni sul campo, senza disturbare".

I suoi progetti, oggi?

"Intanto l'impegno in un dottorato di ricerca finanziato dal Wwf con l'università di Torino. E' un'analisi che approfondisce l'impatto del rumore provocato dalle navi sulla comunicazione delle balene".

E' più nemico il rumore o la plastica?

"Hanno un ruolo entrambi. Le microplastiche sono una minaccia insidiosa,  frammenti sotto i 5 millimentri che provengono dalla decomposizione della materia  in acqua. Quando la balena spalanca la bocca per prendere il krill, ingerisce anche quella. Che può provocare danni. Ma anche il rumore è un problema. Le balene comunicano a basse frequenze. Le stesse prodotte dalle navi".

Quindi incroci pericolosi, anche nel Mediterraneo.

"Il nostro mare ricopre  l'1% di acqua globale ma ha  il 17% del traffico navale mondiale.  Questo ha influenza sul comportamento delle balene e anche sulla possibilità di accoppiarsi e riprodursi".

L'ultimo avvistamento?

"Proprio nel Mediterraneo, durante una spedizione sul campo con il Wwf, la scorsa estate. Che emozione, ogni volta!".