Mercoledì 24 Aprile 2024

Lotta alle baby gang, le ronde delle mamme

Napoli, in strada dal tramonto a mezzanotte. "Troppe rapine ai danni dei nostri ragazzi. Con una chat indichiamo i luoghi da evitare"

Mamme di Napoli contro le baby gang

Mamme di Napoli contro le baby gang

Napoli, 2 novembre 2019 - L’appuntamento è alla stazione del metrò di Salvator Rosa, quella celebrata in tutto il mondo come un’opera d’arte contemporanea. Mentre il ‘Volo di Icaro’ di Salvatore Rotella guarda dall’alto in basso, cercando di sfuggire ai tormenti di Napoli, il sole di inizio novembre va a dormire presto e lascia il posto a ombre gelide che mettono i brividi. Chiara Narciso, una delle mamme delle ronde di Salvator Rosa, aspetta che suo figlio tredicenne esca con gli altri ragazzini per salire sulla collinetta del Vomero. Un chilometro e cento metri fino a piazza Medaglie d’oro, quindici minuti con il gruppetto di minorenni che s’inerpica veloce lungo via Battistello Caracciolo per recuperare i ‘compagnucci’ in piazza Canneto e da qui di corsa lungo via Gonfalone e via Orsi. "All’andata è un percorso standard – spiega mamma Chiara – i problemi si manifestano al ritorno, quando si fa buio e i nostri figli sciamano verso casa, talvolta punti poco illuminati come via della Cerra o la salita Cacciottoli. È lì che scattano gli agguati, le rapine e le aggressioni".

Imboscate a ripetizione, due al giorno, tutte ai danni di giovanissimi liceali che ci rimettono l’orologio, il telefonino o i pochi euro che hanno in tasca. Qualcuno, come un diciassettenne del Vomero, rimedia anche una coltellata, per fortuna solo alla spalla. "I criminali vengono a fare la spesa qui, bersagliando i nostri ragazzi come se stessero facendo la spesa al supermercato". Rapinatori, tossici e pusher, l’inquieto bestiario che presidia la collinetta del Vomero come diavolo tentatore: vengono dai quartieri a est di Napoli, qui c’è un buon mercato di spaccio tra i giovanissimi e molta possibilità di mimetizzarsi dopo un colpo tra le gallerie commerciali e i baretti.  È così che nasce l’idea di radunare un plotoncino di mamme volitive che fanno la ronda. I primi incontri a settembre, poi un legame sempre più intenso per tutto ottobre. "È stata una cosa spontanea – racconta Chiara – scaturita dal bisogno di proteggere i nostri figli che tornavano a casa terrorizzati".

Una ‘passeggiata’ di tre-quattro-cinque mamme per volta lungo le stradine ‘incriminate’ a partire dalle 22 e fino a mezzanotte. "Cosa facciamo? Guardiamo per bene chi c’è in strada e se qualcuno non ci piace mandiamo un whatsapp ai nostri figli e diciamo loro di cambiare itinerario. Se notiamo qualcosa di ancor più sospetto, telefoniamo alla polizia. Dopo le nostre iniziative abbiamo ottenuto una sorta di linea ‘dedicata’. Non sappiamo per quanto durerà, ma intanto ci sono già dei risultati: sono aumentati i controlli e diminuite le rapine". Mamme-chiocce, tenerezza che si coniuga col desiderio di proteggere i figli dagli aggressori e dalla droga che da queste parti non risparmia neppure gli under 15. "Non siamo delle sceriffe, ma non possiamo consegnare Napoli a queste bande", sbotta Maria Rosaria Del Giudice, nel corso di un flash mob improvvisato davanti al metrò.

Intanto quattro di loro sono andate nei giorni scorsi al carcere di Poggioreale per il ‘riconoscimento’ di uno dei rapinatori di Salvator Rosa. "Non vogliamo abbassare la guardia", aggiunge Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo che fu pugnalato da una baby gang al museo. Il comitato spontaneo di madri – la parola ‘ronda’ fa storcere qualche naso agli amanti del politically correct – non si limita alla sorveglianza del territorio, ma offre anche suggerimenti pratici. Così è nato il ‘Decalogo contro le babygang’, consigli da diffondere tra i ragazzini, nelle scuole e sui social, per dichiarare guerra a bulli e spacciatori.  "Si tratta – spiega Chiara – di buon senso in attesa che si incrementi la videosorveglianza e la presenza delle forze dell’ordine nel quartiere. La prima indicazione è quella, più ovvia: invitare i ragazzi a essere prudenti, evitare posti troppo isolati, non esibire cellulari e orologi costosi. La seconda riguarda l’attenzione agli orari, col suggerimento di anticipare le uscite ed evitare orari notturni. Ma su tutte il consiglio principe è quello di denunciare qualsiasi episodio o atteggiamento strano, rapine e tentate rapine".

Da giorni è in corso un passa-parola, il decalogo delle ‘mamme coraggio’ è diventato un vademecum virale per evitare le trappole di una metropoli che tempo fa il quotidiano inglese ‘Sun’ inserì tra le prime undici città al mondo per tasso di criminalità. "Non ci facciamo spaventare – ripete battagliera Chiara – Io intanto ho consigliato ai miei figli di imparare a difendersi, partecipando a corsi di karate. E confesso che anche io, insieme a qualche altra mamma, mi sono iscritta".