Giovedì 18 Aprile 2024

Babbo Natale è un ex studente Donati cento milioni all’Università

Bologna, la riconoscenza di un filantropo scozzese: "Ho studiato alla Johns Hopkins e ho avuto successo". È il più grande contributo privato a un ateneo italiano, consentirà di realizzare un centro di ricerca

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di Mariateresa Mastromarino

Restituire ciò che si è avuto, dando un’opportunità a tutti. Anche a chi, magari perché non ha le stesse possibilità economiche di altri, questa opportunità rischia di non poterla afferrare mai. È questa la filosofia alla base della donazione da cento milioni di dollari alla sede di Bologna della Johns Hopkins – il più grande contributo privato a un’università in Italia, uno dei più sostanziosi e importanti in Europa – da parte dei filantropi James e Morag Anderson, che permetterà l’ampliamento della ‘School of Advanced International Studies (Sais)’ del capoluogo felsineo, nel cuore della zona universitaria, trasformandola in un centro di ricerca multidisciplinare. Un ampliamento di circa tremila metri quadrati, che renderà la struttura un polo internazionale, e che offrirà nuove opportunità a docenti, ricercatori e studenti europei.

Un gesto per le generazioni future, che dona ai coniugi scozzesi la figura di benefattori. E il loro gesto vale doppio, perché Anderson, che nella vita è un investitore professionale (già joint manager dello ‘Scottish Mortgage Trust’, che gestisce asset per circa 20 miliardi di sterline) è un ex studente della Sais Europe, dove si è specializzato in Affari Internazionali. "Ho studiato a Bologna nel 1981 – ha spiegato il filantropo –. Sono stato fortunato e ho avuto successo, e lo studio universitario alla Sais Europe è stato fondamentale: ho imparato che per i leader è fondamentale ragionare in modo critico e creativo sui problemi complessi, che non hanno risposte facili. È essenziale permettere agli studenti più talentuosi e motivati di studiare, indipendentemente dalle loro possibilità economiche". Il nuovo hub europeo porterà il nome degli Anderson, che sostengono l’istituzione dal 2001. Il campus, che attualmente ospita 206 studenti, vedrà l’ampliamento della struttura, con la creazione di nuovi uffici, laboratori e spazi per conferenze, continuando a garantire un ottimo servizio di comunicazione e relazione; ci sarà anche un aumento del corpo docente, con l’assunzione di nuovi insegnanti e ricercatori, e una maggiore offerta formativa, con l’incremento di borse di studio e programmi di scambio per gli studenti.

"La donazione ci permetterà di crescere partendo dalla nostra tradizione – ha detto Ronald J. Daniels, presidente della Johns Hopkins –. L’impatto della prima università di ricerca americana si espanderà su scala globale". "Gli Anderson hanno dato il via all’ambiziosa trasformazione che porterà a realizzare la nostra visione futura di SaisEurope come istituzione di riferimento per la ricerca, l’insegnamento e l’impegno pubblico sulle pressanti sfide globali" ha sottolineato James Steinberg, preside di Johns Hopkins University Sais James Steinberg. Michael Plummer, direttore di Sais Europe, ha specificato invece che questo investimento "è un modo per connetterci maggiormente alla città". "Bologna è la città della conoscenza" ha ricorda il sindaco Matteo Lepore, mentre l’ex premier Romano Prodi ha sottolineato il legame tra l’ateneo e il territorio cittadino: "Bologna è il ponte di collegamento tra gli Stati Uniti e l’Europa, e sta facendo dei salti in avanti nella tecnologia. Gli alti studi della Johns Hopkins garantiscono qualità, e gli ex studenti hanno tutti avuto carriera".