Avvocatessa denuncia molestie Tradita dal Dna: tutto inventato

Presunta vittima, poi indagata. Il giudice: stalker di se stessa. Condannata in primo grado. per simulazione di reato

di Alessandra Codeluppi

Da presunta vittima a indagata, e poi condannata in primo grado, grazie alla prova del Dna. Questo il ribaltone che vede protagonista un’avvocatessa di Reggio Emilia: la donna aveva sporto decine di denunce nelle quali diceva di essere assediata da un uomo sconosciuto, che le inviava lettere minacciose dal 1989. Uno stalker che, in almeno quattro occasioni, l’avrebbe anche assalita fisicamente, indossando l’inquietante maschera di Ghostface resa famosa dal film ‘Scream’. Ma la storia della donna, secondo il tribunale, non sarebbe stata più vera della pellicola da lei evocata.

Dopo due anni di indagine, nel 2013, i carabinieri di Reggio la denunciarono per simulazione di reato. E ora il giudice Silvia Semprini l’ha condannata a dieci mesi (pena sospesa) col riconoscimento delle attenuanti generiche. Lei è l’avvocatessa Clementina Baroni: 46 anni, gestisce uno studio legale ed è specializzata in diritto del lavoro, con una formazione come mediatrice civile e familiare. Sui temi della privacy e della prevenzione alla corruzione ha fatto consulenze per enti pubblici e privati sul territorio reggiano e anche in Piemonte, Veneto e Lombardia. La svolta dell’inchiesta, condotta dal pm Valentina Salvi, è arrivata dall’analisi delle lettere anonime: il consulente della Procura ha ricondotto all’avvocatessa il Dna trovato sotto un francobollo utilizzato per spedirle.

Contro il verdetto sarà battaglia legale, proprio a partire dal Dna che la Procura considera la prova regina. "La mia assistita si proclama non solo innocente, ma vittima due volte: sia di uno stalker non ancora individuato sia della giustizia", afferma l’avvocato difensore Rosanna Beifiori, che annuncia ricorso in Appello. "La traccia di Dna – osserva la Beifiori – sarebbe stata rilevata non a seguito di perizia disposta dal giudice, ma su consulenza di parte dell’accusa. I risultati sono stati confutati in dibattimento dal nostro consulente, la traccia non è completa".

Non solo: "L’accusa prevedeva il concorso di un altro soggetto, mai identificato nonostante lei sia stata controllata per mesi dai carabinieri". La presidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, Celestina Tinelli, afferma che a carico della 46enne "è stato aperto da tempo un procedimento dal competente consiglio di disciplina a Bologna".