Mercoledì 24 Aprile 2024

Avanza lenta la variante sudafricana "Più resistente ai sieri, stiamo attenti"

Il ceppo indiano ha sostituito quello inglese: ha un indice di prevalenza del 95%

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La variante Delta del virus Sars-CoV-2, più trasmissibile dal 40 al 60% e per questo molto più temibile, ha ufficialmente superato e sostituito la Alfa nel nostro Paese, con un tasso di diffusione che ha ormai raggiunto il 94,8% sul territorio. La mutazione Beta (sudafricana), maggiormente caratterizzata da una parziale immuno-evasione e dunque resistenza ai vaccini, fa invece segnare un aumento sia pure lieve. La prevalenza è dell’1,4% con 16 casi sui 1325 tamponi sequenziati. Un quadro che rilancia la discussione in merito all’opportunità di una terza dose di vaccino. Un tema sul quale gli scienziati si dividono, ma una decisione, annuncia il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, sarà presa entro un mese. E con molta probabilità saranno gli immunodepressi ad avere per primi il via libera. Ancora non si sa se verrà inoculata una versione del siero adattata ai nuovi ceppi. Questo perché la vaccinazione resta l’arma fondamentale contro le varianti. La Delta, dunque, per la prima volta ha superato la variante Alfa, la cui diffusione si attesta al 3,2%, mentre la variante Gamma (la brasiliana) è diminuita drasticamente in tutto il Paese.

Il dato arriva dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute, riferita al 20 luglio. Una situazione, rileva il presidente Iss Silvio Brusaferro (in foto), che va monitorata con grande attenzione e rispetto alla quale è "fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi e completare velocemente il ciclo vaccinale, dal momento che questo garantisce la migliore protezione".

red. int.