Niente nuove misure tranne l’obbligo della terza dose vaccinale per i sanitari. Per il Covid si farà un “tagliando“ a inizio dicembre, non prima. Palazzo Chigi e ministero della Sanità smentiscono che sia imminente una modifica del Green pass (escludendo i tamponi o mantenendo solo quelli molecolari sono le due ipotesi più gettonate) o delle regole secondo le quali si passa in zona gialla arancione o rossa.
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"Il governo aspetta dicembre, quando si farà una valutazione sui numeri – si osserva in ambienti governativi – e se del caso introdurrà correttivi. Ma fino ad allora la strada è quella di spingere sulle terze dosi e cercare di recuperare 2-3 punti percentuali di non vaccinati e arrivare al sospirato 90% di over 12. Un obiettivo possibile anche se non facile". Per incentivare ancora di più le vaccinazioni il Commissario straordinario Figliuolo, che ha già premuto con lettere e telefonate per sollecitare uno sforzo aggiuntivo, si raccorderà con le Regioni e ad inizio dicembre, se ve ne sarà la necessità, si apriranno anche alcuni dei grandi hub chiusi.
La strategia è seguire prontamente l’evoluzione dell’epidemia, ma rischia di non essere adeguata perché secondo le stime del fisico Giorgio Sestili la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia sta salendo rapidamente, "con un tempo di raddoppio che si è ridotto da 20 a 14 giorni circa e per Natale potrebbe portare ad un numero di casi compreso fra 25 e 30mila". All’Iss valutazioni riservate che non vengono fatte circolare che tra gli addetti ai lavori si attendono di raggiungere quota diecimila a fine novembre e poi prevedono di raddoppiare entro fine dicembre. Già sarebbe molto e forse richiederebbe aggiustamenti. Ma per adesso la linea del governo è quella applicare le regole attuali sul passaggio da zona bianca a gialla: qualora si superino i 50 casi ogni 100 mila abitanti e si superino entrambi i parametri di occupazione delle aree mediche (15%) e delle terapie intensive (10%).
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Al ministero della Salute si sottolinea anche che le Regioni – utilizzando una prerogativa che hanno ampiamente utilizzato dall’inizio dell’epidemia – hanno piena facoltà "e anzi sono incoraggiate" a firmare ordinanze per “congelare“ con zone rosse (come a suo tempo quella di Medicina, in Emilia) i focolai. "Le micro zone rosse, se attuate prontamente – si osserva – possono essere molto efficaci e per deciderle non serve nessuna modifica normativa". Si cercherà nel frattempo anche di potenziare il tracciamento e l’evoluzione delle varianti (preoccupa la delta +).
Tra le misure che potrebbero essere decise a dicembre, se davvero i casi supereranno i 20 mila e soprattutto se ci sarà un impatto forte sugli ospedali, c’è non solo quella di rivedere il Green pass o le regole per il passaggio tra zone anche le percentuali di affollamento di stadi e impianti sportivi, oltre che degli spettacoli in generale. "Ma allo stato – osservano alla Salute – è un processo alle intenzioni. Faremo quel che è necessario fare, ma lo faremo basandoci sui dati e dopo avere avuto il parere del Cts e dell’Iss".
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