Mercoledì 24 Aprile 2024

Avanti coi vaccini, vietato rallentare AstraZeneca anche agli under 60

Nuova giravolta sulla profilassi. Il generale Figliuolo: "Bisogna usare tutti i sieri per proteggere il Paese"

di Giovanni Rossi

Il peso delle parole varia a seconda di chi le pronuncia. I vaccini a vettore virale come AstraZeneca – espressamente citato – e Johnson&Johnson – monodose di identica filosofia che la Danimarca ha messo al bando – potrebbero presto ottenere via libera a un più largo impiego nella campagna vaccinale, senza più limitazioni agli over 60. Il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo e il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio prefigurano la giravolta anagrafica dal nuovo hub vaccinale al centro natatorio di Ostia, dieci ’corsie’ di immunizzazione a due passi dalla vasca dove ogni giorno si allenano gli azzurri per Tokyo. Qui potranno vaccinarsi fino a mille persone al giorno, ennesimo exploit del Lazio primatista.

"A noi interessano le percentuali di somministrazione, tutto quello che abbiamo lo dobbiamo somministrare", smuove le acque Curcio. "AstraZeneca è un vaccino consigliato per determinate classi – ricorda Figliuolo –, ma l’Ema dice che va bene per tutti". Effetti collaterali delle vaccinazioni? "Infinitesimali". Conclusione in diretta: "Probabile si possa raccomandare AstraZeneca a classi d’età inferiori ai 60", auspica il generale, rassicurato dagli studi più avanzati in Gran Bretagna e dalle "interlocuzioni in corso" con Aifa, Cts, Consiglio superiore di sanità e Istituto superiore sanità". Identico ragionamento vale per il siero Johnson&Johnson. La revisione dati ad opera delle autorità di controllo potrebbe così offrire nuovi spunti a una campagna vaccinale in forte recupero di efficienza.

Sono 4 milioni (tra le quali 2 di AstraZeneca e 160mila di Johnson & Johnson) le dosi da impiegare in questi giorni. Poi giovedì arriverà un carico Pfizer-BioNTech da 2,1 milioni. "Siamo quasi a 15 milioni di prime somministrazioni, il che vuol dire che un quarto della popolazione italiana ha avuto la prima dose di vaccino. Un valore molto importante, anche perché gli italiani da vaccinare sono in effetti meno di 60 milioni", ragiona Curcio. In maggio sono complessivamente attesi 15 milioni di dosi (forse addirittura 17, secondo Figliuolo), che saliranno a 31 milioni in giugno (a fronte dei 9 di aprile) rendendo teoricamente possibile un milione di inoculazioni ogni 24 ore. Sarebbe il punto di svolta. Ecco perché nel frattempo risulta essenziale mantenere il traguardo di 500mila immunizzazioni giornaliere faticosamente raggiunto.

L’elasticità di somministrazione senza più raccomandazioni per classi d’età sarebbe quindi un’ulteriore carta operativa in un Paese ancora caratterizzato da spiccate asimmetrie regionali. Purtroppo non tutti i governatori hanno organizzato la campagna così bene come in Lazio, dove ora si punta a 50mila inoculazioni giornaliere anche con l’arruolamento dei medici di famiglia. In Lombardia si fa invece sentire Confindustria segnalando che 1.400 aziende pronte ad aprire altrettanti punti vaccinali per immunizzare i propri dipendenti ora chiedono date certe. "La campagna sta procedendo secondo il piano prefigurato. Adesso dobbiamo pensare a impiegare tutto quello che abbiamo", insiste il generale Figliuolo, che al presidente della Federnuoto Paolo Barelli, padrone di casa all’hub di Ostia, solennemente promette: "Seguiamo il piano e a brevissimo vaccineremo tutti gli atleti che andranno alle Olimpiadi".

Intanto l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, comunica l’avvio della valutazione estensiva per Pfizer-BioNTech nella fascia 12-15 anni: "Esito a giugno, a meno di informazioni supplementari". "Non mettiamo fretta alle autorità regolatorie, ma se arrivasse l’approvazione sarebbe fondamentale per riaprire a settembre le scuole in sicurezza", scrive su Twitter il professor Roberto Burioni.