Quarantena Covid, Costa: regole da rivedere. "Avanti coi vaccini, ora più libertà"

Il sottosegretario Costa: la burocrazia non può ricadere sui cittadini e il Super Green pass ci aiuterà

Il boom dei contagi

Il boom dei contagi

Un Paese ostaggio delle quarantene. E se il Covid, alimentato dalla variante Omicron, ha un impatto sull’isolamento di oltre un milione di attualmente positivi, a mettere in crisi il sistema dei servizi essenziali (dai trasporti agli ospedali, dalle municipalizzate dei rifiuti alla scuola) è soprattutto la burocrazia legata all’uscita dalle quarantene (tamponi negativi e certificati) che le Asl devono comunicare al servizio nazionale per riattivare il Super Green pass. Anche perché, se la previsione della Fondazione Gimbe venisse confermata (due milioni di nuovi positivi nelle prossime settimane), presto avremo 5-6 milioni di italiani ’bloccati’ in casa.

Allora che fare? Il governo negli ultimi giorni ha già ridotto le quarantene ai vaccinati con la dose booster e per quelli con il ciclo vaccinale completato (o guariti) da meno di 120 giorni. Andrea Costa (Noi con l’Italia) è il sottosegretario alla Salute del governo Draghi .

Secondo lei le ultime misure sono sufficienti a scongiurare la paralisi del Paese?

"Avranno sicuramente un impatto importante e positivo. E questo partendo proprio dai numeri. Oggi, infatti, abbiamo 20 milioni di concittadini vaccinati con la terza dose, e questo produrrà di per se un beneficio duplice: più presenze a lavoro, grazie all’abolizione della quarantena per i vaccinati con terza dose, ma anche nel diminuire il carico dei tamponi nei territori all’orgine degli ingorghi degli ultimi giorni".

Ingorghi su cui ha avuto un impatto importante la burocrazia che ha costretto numerosi malcapitati ad una ulteriore ’quarantena’ forzata...

"Questo è un problema di cui dobbiamo farci carico. I numeri di questi giorni hanno ingolfato la macchina, ma questo non si può scaricare sui cittadini. Occorre un impegno di tutti per superare queste situazioni. L’abolizione della quarantena e l’estensione del Super Green pass (quello che entrerà in vigore da lunedì prossimo) e quello nei luoghi di lavoro (che valuteremo oggi) darà maggiore respiro ai territori. Con benefici per tutti".

Ma quarantena e tracciamento previsti quando avevamo molti ricoverati, molti morti e non avevamo il vaccino, oggi sono superate?

"Credo che questa pandemia abbia dimostrato, in tutta evidenza, la sua dinamicità. È vero che certe regole sono state prese in uno scenario diverso, quando pensavamo che il vaccino potesse creare una immunità di gregge. Oggi, però sappiamo che il vaccino protegge dalla malattia grave e dai decessi, ma non impedisce completamente la diffusione del contagio, pur rallentandola. Lo scenario è cambiato in tutte e due le direzioni. Quindi sì, le regole devono evolvere in funzione delle evidenze scientifiche, ma c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare".

Quale?

"Il problema vero è che ci sono ancora 5 milioni di persone non vaccinate. Quello che dobbiamo considerare è l’impatto che l’incremento della contagiosità ha su queste persone".

Vale anche per la richiesta che arriva del ritorno allo smart working di massa? Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha appena messo nero su bianco che "la flessibilità c’è già e chi lo vuole in realtà chiede un ritorno al lockdown"...

"Personalmente sono per il lavoro in presenza che è anche un segnale di ritorno alla normalità. Più che lo smart working di massa, credo che dobbiamo creare le condizioni affinché tutti i lavoratori si vaccinino".

A questo proposito negli ultimi giorni c’è stata una ripresa delle prime dosi del vaccino, è l’effetto del Super Green pass?

"Questo è un dato che ci fa ben sperare. C’è stato un incremento medio, giornaliero, di 50mila nuove dosi. Sono convinto che un’ulteriore estensione del Super Green pass anche nei luoghi di lavoro, potrebbe avere un impatto estremamente positivo nel convincere gli ultimi indecisi".