Autobus, test, areazione delle aule Tutte le (false) promesse sulla scuola

A pochi giorni dall’avvio delle lezioni, i problemi sono sempre gli stessi. Pochi docenti, orari scaglionati mai visti

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Nuova estate, vecchia scuola. Altri mesi sprecati, l’emergenza didattica spinta sotto al tappeto per farla riapparire magicamente i primi giorni di settembre con la riapertura degli istituti. Cento per cento dei docenti vaccinati, tamponi rapidi (o salivari) a tappeto e con frequenza regolare, orari scaglionati, didattica al pomeriggio, potenziamento del trasporto pubblico ed entrata in scena di quello privato, classi-pollaio sfoltite, lezioni in edifici come cinema, teatri, caserme, parrocchie, tensostrutture; assunzione di professori, diffusione delle tecnologie nelle famiglie per la Dad. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, come tutti i suoi predecessori, ha assicurato un super impegno perché l’anno prossimo "la scuola sarà in presenza al 100%". E invece oggi, a pochi giorni dal via, siamo al punto di partenza: sindacati e presidi, come sempre, lamentano che le scuole non sono pronte ad accogliere la totalità degli studenti: 8,3 milioni di ragazzi e bambini, in presenza (più 1 milione di insegnanti).

VACCINI E GREEN PASS

Lo strumento contro il Covid in più che ha anticipato questo anno scolastico è la presenza di vaccini contro il virus. Sieri che un anno fa non c’erano. Bene, l’85% dei prof si è immunizzato e i giovani (dai 12 anni in su) stanno correndo a farlo (il 48% ha almeno una dose). Ma questo non basta per garantire che i nostri figli non debbano essere costretti a ripiombare nell’incubo Dad. Serve il 100% di docenti vaccinati, più chi è esentato e chi non vuole farlo. Ora se ne parla, vediamo cosa succederà. Il Green pass per accedere alle aule è un primo segnale.

AREAZIONE DELLE AULE

Il Comitato tecnico scientifico lo ha detto in ogni lingua e gli studi lo dimostrano: una buona ventilazione e un ricambio di aria efficace nelle aule delle scuole fa precipitare il rischio di contagio durante le lezioni. Ma le direttive dal ministero quali sono? Aprite le finestre, così cambiate aria. Come nei Paesi del Nord Europa servono investimenti tecnologici per monitorare e purificare l’aria delle aule.

TRASPORTI

Nessuno controlla i limiti di capienza stabiliti (80%) e così le regole servono a poco. In tre quarti di Italia la situazione è rimasta la stessa dell’estate scorsa con piccole isole ’felici’, come Emilia Romagna e Sardegna.

EDILIZIA

L’utilizzo di altre strutture esistenti per ampliare gli spazi è stato, invece, un flop nazionale: le classi sono rimaste nelle aule tradizionali degli istituti con qualche alternanza tra sezioni e studenti.

SCREENING A TAPPETO

Il piano di fare tamponi agli studenti è naufragato, per il secondo anno di fila. Ora se ne riparla, ma evidentemente i fondi non bastano. Chiunque sostiene che sia un ottimo sistema per monitorare la situazione, anche grazie all’arrivo dei tamponi salivari, ma nessuno acquista i test.

CLASSI-POLLAIO

Nodo mai stato affrontato. "Non c’è solo l’insuperabile problema materiale di accoglimento per la capienza delle aule in grado di contenere per la maggior parte tra i 22 e i 25 studenti, a fronte di numerose classi composte da 27, 28 fino a 30 alunni" denunciava la vice presidente Anp Lazio, Cristina Costarelli. Rispettando i protocolli di distanziamento, in Italia mancano ancora 20mila aule.

CARENZA DI PROFESSORI

Si va verso la richiesta di oltre 150mila supplenti, nonostante l’autorizzazione di 112mila assunzioni di insegnati da parte dello Stato. Peccato che l’anno scorso ne vennero autorizzate 85mila sulla carta, ma nei fatti ne furono effettuate 30mila. In più nell’ultimo concorso su 40mila prof (per 6mila posti) c’è stato un record di bocciati e si rischia un nuovo flop a settembre.

a. bel.