Sabato 20 Aprile 2024

Auto travolge gruppo di ciclisti È una strage: quattro morti e sei feriti

Alla guida un 82enne ucciso da un infarto. La vettura ha proceduto senza controllo, impossibile sfuggire

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È stato come scagliare un mattone contro dei vasi di cristallo. Quel che resta sono le schegge di un giovedì mattina andato in pezzi insieme a quattro vite, poco prima mezzogiorno, sul tratto di Aurelia che corre dritta dalla frazione di Braccagni fino a Grosseto. È in questo strappo di Maremma infuocato dal sole che una Fiat Panda, guidata da Mario Fiorilli, pensionato 82enne residente a pochi chilometri, ha investito un gruppo di venti ciclisti amatoriali che procedeva nella corsia opposta. Una strage. Tre di loro sono morti sul colpo. Si tratta di Antonio Panico, 56 anni, Roberto Seripa 71 anni e Nilo Naldini di 73 anni, tutti residenti a Grosseto. Si erano dati appuntamento alle 7.30, per una sgambata di 40 chilometri fino a Massa Marittima. Stavano rientrando verso casa. Altri sei sono rimasti feriti. Il più grave è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale fiorentino di Careggi. Un altro uomo di 66 anni è stato rianimato sul posto è ora è in gravi condizioni all’ospedale di Grosseto, insieme agli altri quattro feriti lievi.

La quarta vita a spezzarsi è stata quella del conducente dell’auto, colto da malore mentre era alla guida e già senza vita al momento dello schianto. A innescare la strage l’arresto cardiaco dell’82enne, la cui auto ha iniziato a sbandare invadendo la corsia opposta, a circa 200 metri dal gruppo di ciclisti. Sarebbe bastata una manciata di secondi e la tragedia si sarebbe evitata. Invece gli istanti tra l’infarto e il passaggio dei ciclisti sembrano stati intrecciati con cura da un destino fatale. Che rivive nelle parole dei sopravvissuti.

Come Maura Naldini, al centro del gruppone, pochi attimi prima dell’impatto. "Ho visto l’auto che cominciava a invadere la nostra corsia. Ho pensato che dovesse evitare un ostacolo". Ma nell’abitacolo il pensionato è già incosciente. L’auto è un mattone che viaggia senza controllo contro le loro vite di vetro. La donna accelera e si salva. Alle sue spalle è l’inferno.

"Mi ha sfiorata, ho capito che per quelli dietro non c’era scampo. Ho sentito un gran frastuono, mi sono girata. Quei corpi non li dimenticherò". Uno dei ciclisti viene trascinato sotto le ruote, poi la Panda arresta la corsa in un fossato. In testa al gruppo anche Enrico Guazzini, agente di polizia municipale. È stato lui a gridare: "Attenti, ci viene addosso". A quel punto il ciclista ha inchiodato finendo in coda. "Ho visto tutto. Anche i corpi che volavano in aria". Un terzo ciclista, Roberto Faralli, è stato salvato da una telefonata: si è fermato a rispondere alla moglie e ha assistito alla strage da pochi metri di distanza.

Straziati anche i familiari di Mario Fiorilli, il pensionato residente a Montepescali, frazione arrampicata a 200 metri d’altitudine sull’Aurelia. Qui era un istituzione: per 30 anni operatore della farmacia dell’ospedale e fra gli ultimi capocaccia della Maremma. Ieri era uscito poco prima delle 11 per commissioni e sarebbe rientrato a pranzo. L’ultimo saluto alla moglie Anna, alla figlia e alla nipote, prima di andare incontro al suo destino. Le cui schegge ora dovranno essere rimesse insieme dal procuratore capo di Grosseto, Maria Navarro, ieri sul luogo della strage insieme al sostituto Nicola Falco. L’auto è stata sequestrata. L’unica autopsia disposta è stata quella sul corpo dell’82enne.

Claudio Capanni