Auto sulla folla: strage al carnevale E in Belgio torna l’incubo attentati

Almeno sei morti, alcuni di origine italiana. Fermati due 30enni, il pm: "Terrorismo? Pista non privilegiata"

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di Alessandro Belardetti

La festa all’improvviso si trasforma in tragedia. Una strage. E il prepotente ritorno, nelle menti di tutti noi, del terrorismo jihadista: l’incubo che ha attraversato l’Europa negli ultimi anni. Poco prima dell’alba (erano le 5) un’auto a forte velocità si è lanciata sulla folla nelle strade residenziali di La Louviere in Vallonia, Belgio, durante il carnevale dei Gilles, proprio nel momento in cui si stavano radunando centinaia di persone per l’inizio dei cortei. Era la prima festa post pandemia, il momento per tornare a sorridere insieme. E invece il bilancio, ancora temporaneo, parla di 6 morti, una decina di persone gravissime e circa trenta ferite. Nell’orrore c’è molta Italia: tre morti hanno origine italiana, essendo le loro famiglie emigrate in Belgio anni fa (ora i connazionali nel Paese sono 290mila, dopo le storiche partenze per lavorare nelle miniere di carbone). Mario Cascarano, tifoso dell’Inter, e la moglie Micaela Imperiale, così come suo fratello Salvatore, addetto al reparto giardinaggio in un supermercato, stavano festeggiando quando la Bmw nera li ha travolti. Sono italo-belgi anche due feriti, tra i quali l’assessore di La Louviere, Antonio Gava.

Il luogo dell’impatto alle prime luci dell’alba appariva come un campo di battaglia: corpi a terra ovunque, sangue, accessori di ogni genere, passeggini abbandonati. "Stavo camminando, mi sono girato e ho visto un’auto schiantarsi sulla folla. È arrivata molto velocemente e non ha frenato. Ha continuato la sua corsa e ha travolto un personaggio in maschera cento metri più avanti. Sono corso dietro alla macchina, ma è andata avanti senza fermarsi e non sono riuscito a raggiungerla", è la testimonianza di Theo. Anche se la dinamica dell’incidente ha tutte le caratteristiche per essere investigato come un attentato jihadista, "non è privilegiata la pista terroristica", hanno affermato le autorità giudiziarie. Sul bolide nero si trovavano due trentenni del luogo, Paolo e il cugino Nino, senza precedenti specifici. "Tornavano da una discoteca, ora i test tossicologici ci diranno se erano drogati e ubriachi", hanno spiegato i magistrati. L’auto che ha travolto la folla, nell’ex cittadina mineraria del Belgio meridionale, "è stata ritrovata diverse centinaia di metri più avanti" rispetto al luogo dell’incidente, ha spiegato il sostituto procuratore di Mons, Damien Verheyen, chiarendo che "non c’è stato un inseguimento della polizia" e che non c’è stata una fuga dei due fermati tra la folla. "Allo stato attuale delle indagini, la pista terroristica non è privilegiata", ha ribadito. "Tutte le strade sono aperte, ma non c’è alcun elemento che suggerisca una motivazione terroristica". "Non conosciamo le loro motivazioni", ha spiegato riferendosi ai due fermati di Louviere, rispettivamente di 34 e 32 anni. "Sono sconosciuti alla giustizia. Ci saranno ora ulteriori adempimenti investigativi a cui seguirà un’istruttoria", ha aggiunto. Fabrice Collingnon, un presentatore televisivo belga, ha detto all’AFP che "l’auto ha voluto intenzionalmente falciare il gruppo di persone. In uno schiocco di dita siamo passati dal divertimento e dal folklore all’orrore assoluto". Secondo alcuni testimoni "il veicolo ha accelerato improvvisamente, colpendo la coda del corteo che stava raccogliendo i manifestanti casa per casa". Il premier belga Alexander De Croo e altri ministri si sono precipitati sul posto insieme al re belga Filippo, che ha incontrato i primi soccorritori nel palazzetto dello sport Strepy-Bracquegnies, dove era iniziato il corteo tra tamburi e canti. Il carnevale per qualche ora è proseguito, poi il sindaco ha deciso di interrompere la parata.

Intanto si apre il fronte della sicurezza, ai minimi livelli, come da tradizione per un evento tipico del "folklore amichevole". I dispositivi di controllo erano quasi assenti, così come le barriere anti camion nelle strade interdette ai veicoli, la sicurezza era gestita completamente dalle società carnevalesche in modo volontario senza l’intervento di agenti di polizia o di personale addestrato. "Dunque, la tragedia poteva sì essere evitata", in molti accusano.