Martedì 16 Aprile 2024

Aurelio Visalli, disposta l'autopsia. Continuano le indagini sui soccorsi

Dopo la denuncia di inefficienze del cognato del sottufficiale della Capitaneria, morto per salvare due ragazzi, ci sarà l'autopsia sul corpo del 40enne. Sgomento per il post di uno dei due soccorsi

Aurelio Visalli, sottufficiale della Guardia costiera di Milazzo (Ansa)

Aurelio Visalli, sottufficiale della Guardia costiera di Milazzo, 27 Settembre 2020. ANSA/PER GENTILE CONCESSIONE DELLA FAMIGLIA

Palermo, 28 settembre 2020 - Disposta l'autopsia sul corpo di Aurelio Visalli, 40 anni, il sottufficiale della Capitaneria morto annegando nel tentativo di salvare due ragazzini a Milazzo. La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) ha fatto trasferire la salma di Visalli dalla camera ardente della città a Milazzo (e non Messina come indicato in precedenza), dove sarà sottoposto ad autopsia. I funerali inizialmente previsti per domani a Milazzo potrebbero slittare di qualche giorno.

Intanto gli inquirenti proseguono le indagini sulle modalità con cui è stato ricercato dell'uomo in mare, anche alla luce delle dichiarazioni del cognato che ha denunciato ritardi e mezzi inadeguati per le ricerche: "Gli è stato chiesto di intervenire da terra. Ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio né salvagenti, mute, corde o altro?". 

Sgomendo per il post, poi rimosso, di uno dei due ragazzi che hanno rischiato di annegare: "Sono sano e salvo. Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me al mio amico ci prende in pieno un'onda e mi trascina al largo. Nessuno si è buttato, quindi prima di dire che qualcuno è morto per salvare me...".

Il cognato, Antonio Crea, aveva da subito denunciato inefficienze: "Poteva essere salvato, ci sono responsabilità per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi arrivati assolutamente in ritardo". 

Lo stesso Crea racconta la tragedia: "A mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva", spiega il cognato: "Dopo un po' gli è stato chiesto di intervenire da terra. Ma come potevano farlo senza attrezzatura? Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. Mio cognato tra l'altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l'altro attendeva aggrappato ad una boa". Il sottufficiale e il collega si sono tolti i vestiti e si sono tuffati: "Ad un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto. Nessuno ha tentato di salvarlo nemmeno i suo i due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l'elicottero nessuno lo ha cercato veramente". Crea parla di "molti punti oscuri su come si sono svolte le ricerche". Comunque è stata accolta la sua richiesta: "Non capisco perché non si voglia fare l'autopsia", disposta oggi dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Crea conlcude: "Ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità".