Mercoledì 24 Aprile 2024

Cgia: "Se l'Iva aumenta le famiglie italiane pagheranno 242 euro in più"

Una simulazione teorica mostra gli effetti economici che graveranno sulle famiglie dal 2019

Se scatta l'aumento dell'Iva rincari per le famiglie italiane (germogli)

Se scatta l'aumento dell'Iva rincari per le famiglie italiane (germogli)

Venezia, 12 maggio 2018  - L'incubo aumento dell'Iva è dietro l'angolo, se il prossimo esecutivo non riuscisse a nascere. Ma ogni famiglia italiana quanto dovrà pagare nel 2019, nel caso di un incremento medio di imposta pari a 242 euro? 

La risposta la dà la Cgia di Mestre attraverso una simulazione di carattere teorico che mostra gli effetti economici che graveranno sulle famiglie dal 2019. Si scopre quindi che per una famiglia del Nord il rincaro sarà di 284 euro, al Centro di 234 euro e al Sud di 199 euro.

Il punto è che se entro il 2018 non verranno trovati 12,4 miliardi, l'aliquota ordinaria passerà dal 22 al 24,2% e quella ridotta dal 10 all'11,5%. Uno scatto che proietterà l'Italia, nel 2019, al vertice dei Paesi dell'euro in fatto di aliquota Iva ordinaria più alta: dall'attuale 22% si passerà al 24,2%. Italia quindi in testa alla classifica dei più tartassati dalle imposte indirette.

L'iva, dalla sua nascita nel 1973, è aumentata 9 volte in 45 anni. Ed è cresciuta di 10 punti, un primato, più di tutti i Paesi Ue. Paolo Zabeo della Cgia avverte: "Bisogna assolutamente evitare l' aumento dell'Iva. Non solo perché colpirebbe in particolar modo le famiglie meno abbienti e quelle più numerose, ma anche perché il ritocco all'insù delle aliquote avrebbe un effetto recessivo per la nostra economia. Ricordo che il 60% del Pil nazionale è riconducibile ai consumi delle famiglie. Se l'Iva dovesse salire ai livelli record previsti, per le botteghe artigiane e i piccoli commercianti sarebbe un danno enorme, visto che la stragrande maggioranza dei rispettivi fatturati è attribuibile alla domanda interna". 

Per capire meglio la portata economica va ricordato che nel 1973 l'aliquota era al 12%, e ora si attesta al 22%, ben 10 punti, un record che nessuno ci invidia. Segue la Germania con una variazione di +8 punti (era all'11%, ora è al 19%), poi l'Olanda, con un aumento di 5 punti (era al 16%, oggi è al 21%), l'Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati nel periodo preso in esame rispettivamente di quattro e tre punti. La Francia è l'unico Paese che non ha registrato alcun incremento. 

Renato Mason, segretario Cgia, conclude: "Se è vero che in questi 45 anni abbiamo subito l'incremento d'aliquota più significativo, è altresì vero che nel 1973 quella applicata in Italia era, tranne la Germania, la più contenuta. Tuttavia, se l'aumento previsto non sarà ulteriormente spostato in avanti, dal 2019 i consumatori saranno sottoposti all'aliquota Iva ordinaria più alta in Ue, con un serio rischio che l'economia sommersa assuma dimensioni ancor più preoccupanti". 

I beni e servizi che saranno interessati dall'eventuale aumento dell'Iva dal 10% al 11,5% sono: carni, pesce, spezie, cacao, prodotti della pasticceria e biscotteria, salse, cioccolato, condimenti composti, aceto, preparati per zuppe e minestroni, acqua minerale, legna da ardere in tondelli, ceppi; energia elettrica e gas metano metano (limitatamente al consumo dei primi 480 metri cubi annui) per uso domestico; prestazioni alberghiere; ristrutturazioni edilizie; acquisto o costruzione abitazione non di lusso (che non sia usata come prima casa); piante e fiori, spettacoli teatrali, attività circensi; somministrazione alimenti e bevande.

Tra i prodotti e i servizi che potrebbero veder salire l'aliquota dal 22 al 24,2% ci sono: vino; abbigliamento; calzature; riparazione di abbigliamento e calzature; elettrodomestici; mobili; articoli di arredamento; biancheria per la casa; servizi domestici; posate e stoviglie, riparazione di mobili, elettrodomestici e biancheria; detersivi; pentole; tovaglioli e piatti di carte e contenitori di alluminio; lavanderia e tintoria; auto e mezzi di trasporto; pezzi di ricambio, olio e lubrificanti; manutenzioni e riparazioni; giochi e giocattoli; televisori, computer, radio, hifi, video-registratori, macchine da scrivere e calcolatrici; cancelleria; prodotti per cura personale; barbiere, istituti di bellezza, parrucchiere; argenteria, gioielleria, bigiotteria e orologi; borse, valige ed altri effetti personali; onorari liberi professionisti.