Giovedì 25 Aprile 2024

Atto finale: Trump sotto impeachment La Camera lo scarica, il Senato aspetta

Anche dieci repubblicani contro Donald. È il primo presidente della storia americana ad essere stato messo in stato d’accusa due volte

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di Giampaolo Pioli

Donald Trump torna alla sbarra.

La Camera con una decisione bipartisan di 232 voti contro 197 gli ha dato l’impeachment una seconda volta giudicandolo responsabile di "istigazione all’insurrezione…" del 6 gennaio. Dieci repubblicani si sono aggiunti ai democratici nella messa in stato d’accusa. Non ci sono precedenti nella storia degli Stati Uniti di un presidente sotto impeachment due volte. Ma, ancora dopo il voto, pur condannando la violenza Trump insisteva: "Assalto senza precedenti alla libertà di parola".

Adesso il processo passerà al Senato per la decisione finale e si potrà fare anche se Trump nel frattempo avrà lasciato la Casa Bianca il 20 gennaio e sarà tornato privato cittadino. Servono i 23 dei voti, stavolta il leader repubblicano Micth mcConnell sembra schierato per il sì e lascerà a tutti i senatori libertà di coscienza. Obiettivo è di bandire Trump per sempre dai pubblici uffici e per questo, una volta condannato, basterà un voto a maggioranza semplice.

Quelle dal 6 al 20 gennaio verranno ricordate come "Le due settimane che sconvolsero l’America…" dopo l’orrore dell’11 settembre. Trump non è soltanto alla fine dei suoi giorni come unico presidente con due impeachment, ma è anche allo sfascio come leader politico e uomo d’affari. Ieri ha lasciato la Casa bianca anche la sua ex fedelissima, numero uno della comunicazione, Hope Hiks. E lui è sempre più isolato dopo il tentato golpe che ha provocato 6 morti. Gli sponsor del suo partito lo hanno abbandonato, così decine di deputati e senatori. Il sindaco di New York Bill de Blasio ha annunciato che cancellerà tutti i contratti per oltre 16 milioni di dollari con la Trump Organization. Due banche tedesche, le uniche rimaste a finanziarlo, hanno bloccato i suoi crediti e chiedono la restituzione dei mutui concessi. Sono sempre più forti le pressioni affinché il tycoon si dimetta subito: riconoscendo in parte le sue responsabilità potrebbe negoziare il perdono col vice-presidente Pence che dovrebbe prendere il suo posto negli ultimi giorni fino al giuramento di Biden. Ma Trump non lo farà.

L’Fbi sta esaminando oltre 100mila tra foto e filmati dei disordini insieme a migliaia di telefonini che attestano la presenza degli squadristi armati e dei rivoltosi ispirati da Trump dentro Capitol Hill. Le inchieste aperte sono già 170 ma diventeranno oltre 400 tra le quali potrebbe arrivare anche quella sul presidente. Ieri mattina Trump disperato ha trasmesso un messaggio attraverso Fox News per invitare i ribelli all’abbassamento dei toni.

Ma la tensione nel Paese resta altissima. Un dimostrante della Georgia, Chris Stanton accusato per proteste in Campidoglio, si è suicidato a Alpharetta e gli agenti hanno trovato nella sua casa due fucili d’assalto semiautomatici. Oltre 20mila uomini della Guardia Nazionale sono stati dispiegati a Washington e hanno presidiato il Campidoglio dove si è svolto ieri il voto sull’impeachment. Centinaia di soldati si sono accampati nei grandi corridoi del palazzo. Nei siti della destra ancora aperti circolano i messaggi degli estremisti armati che invitano a tornare ad invadere la capitale il giorno dell’inaugurazione ma anche a far saltare tra il 16 o il 18 gennaio il Campidoglio in uno stato del Midwest come segnale della "guerra" dei MAGA (Make America Great Again).