Giovedì 25 Aprile 2024

Attentato in Pakistan Spari contro l’ex premier Comizio finisce nel sangue

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"Un tentativo di ucciderlo, di assassinarlo". La violenza politica irrompe ancora una volta in Pakistan, dove l’ex primo ministro Imran Khan è stato ferito a una gamba dopo essere stato colpito da spari durante un comizio. L’ex campione di cricket "è in condizioni stabili", ha fatto sapere ieri sera alla France Presse Raoof Hasan, uno dei suoi più stretti collaboratori. L’attentatore è stato arrestato, uno dei sostenitori di Khan è rimasto ucciso nell’attentato, mentre quattro o cinque dirigenti del partito di Khan, Tehreek-e-Insaf (Pti), sono rimasti feriti. L’attacco riporta alla mente l’assassinio nel 2007 di un altro ex primo ministro, Benazir Bhutto, morta per una bomba esplosa vicino al suo veicolo mentre salutava i sostenitori a Rawalpindi. Solo pochi mesi prima, Bhutto era sopravvissuta a un altro attentato, quando il suo corteo era stato colpito a Karachi provocando una strage di più di 130 persone.

Khan è stato ferito a Wazirabad, nel Punjab pachistano, tappa nella marcia che sta guidando da Lahore a Islamabad per protestare contro l’attuale governo di Shehbaz Sharif. L’attentatore, bloccato dalla sicurezza e poi arrestato, è apparso in un video in cui ha detto di aver agito da solo: "Non sono sostenuto da nessuno – dichiara nelle immagini –. Ce l’ho con Khan per il modo in cui inganna la gente". L’uomo ha aperto il fuoco con una pistola mentre l’ex campione di cricket stava arringando la folla in piedi su un camioncino. Un video diffuso sul web ha catturato il momento dell’attacco, con il rumore degli spari mentre

Khan e la sua squadra si nascondono dietro agli striscioni legati intorno al camion. Secondo informazioni non confermate, sul posto c’era anche un altro cecchino. In un tweet il presidente del Pakistan Arif Alvi ha definito l’episodio "un atroce tentativo di omicidio", mentre il primo ministro Shehbaz Sharif ha detto di "condannare fermamente" l’attacco e di "pregare per la pronta guarigione di Imran e degli altri feriti". Parole, quelle dell’attuale premier, che non convincono l’ex primo ministro.

Secondo quanto riferito dal segretario generale del Pti, Asad Umar, Khan sospetta che dietro l’attentato ci siano tre persone, tra cui lo stesso primo ministro Sharif, il ministro dell’Interno Rana Sanaullah e un alto ufficiale militare, e ne chiede la destituzione. Nei mesi scorsi Imran Khan ha ripetutamente detto ai suoi sostenitori di essere pronto a morire per il Paese, e i suoi collaboratori più stretti hanno da tempo denunciato minacce non meglio specificate alla sua vita.

Khan si è dimesso ad aprile in seguito ad un voto di sfiducia dopo le defezioni di alcuni dei suoi partner della coalizione, ma continua a godere di forte popolarità nel Paese. È salito al potere nel 2018 su una piattaforma anticorruzione. Ma la sua cattiva gestione dell’economia e il deterioramento dei suoi rapporti con le forze armate hanno segnato il suo destino. Da allora si è scagliato contro l’establishment e il governo del primo ministro Sharif, che secondo lui è stato imposto al Pakistan da una "cospirazione" che coinvolge gli Stati Uniti.