Mercoledì 24 Aprile 2024

"Attacco a Kiev ancora possibile" Biden non si fida e mostra i muscoli

"Pronti a rispondere all’invasione". Ma non molla la via diplomatica: "Non siamo un pericolo per Mosca"

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di Giampaolo Pioli

"Noi siamo per dare alla diplomazia una possibilità, ma se la Russia attacca risponderemo con fermezza e con rapidità a qualsiasi costo. Possiamo discutere di tutto con Mosca, non possiamo rinunciare ai nostri principi fondamentali, vale a dire l’indipendenza degli Stati e la loro integrità territoriale". Le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sono ferme, anche se non rinunciano a lasciare spiragli per la pace in uno scenario, quello ucraino, ancora troppo ingarbugliato. Tra l’avvio del ritiro delle truppe russe dal confine, da verificare per Biden come per il francese Macron, e il destino della regione filorussa del Donbass.

"Siamo pronti a continuare i nostri sforzi negoziali per il controllo delle armi e gli equilibri strategi – ripete il leader dem dalla Casa bianca –. Non abbiamo missili in Ucraina e non li metteremo. Per essere chiari se la Russia invade noi e gli alleati risponderemo, ma non nascondo che ci saranno conseguenze anche da noi sul piano delle energie e su quello economico, ma la democrazia e la libertà hanno un prezzo per tutti e lo avranno anche per la Russia".

Il presidente americano fa capire che nella massima trasparenza è pronto ad avviare con Putin un confronto ad alto livello su armamenti e sicurezza che può coinvolgere "in stretta collaborazione" anche gli altri alleati strategici degli Usa. Esattamente l’opposto di quanto è avvenuto col ritiro unilaterale dall’Afghanistan. In altri termini anche i rapporti nella Nato potrebbero essere rivisti in questo nuovo quadro, ma Biden non indietreggia e aggiunge "Rimangono ancora i rischi di un’invasione e il ritiro non è verificato".

Putin, dal suo canto, fa sapere di aver preparato una risposta alle posizioni Usa ma non assicura se si siederà al tavolo prima di sapere se la posizione dell’Ucraina si è allontanata dal sogno atlantista, per rimanere protetta ma neutrale e senza missili sul suo territorio. Questa condizione potrebbe placare il capo del Cremlino preoccupato dalla sindrome da accerchiamento.

La sensazione è che la giornata di oggi, indicata dai servizi segreti Usa per l’attacco possa trasformarsi in qualcosa di diverso, se non in una svolta. Biden, dopo aver lanciato da settimane una campagna allarmistica che i russi hanno definito di pura isteria e disinformazione, esponendo i piani d’attacco del Cremlino nella speranza che la rivelazione potesse diventare un deterrente, considera un punto di arrivo se i due leader torneranno a parlarsi faccia a faccia in qualsiasi forma e Putin potrà dire di essere stato ascoltato. "La Nato e gli Stati Uniti non sono un pericolo per Mosca, anzi vogliamo lavorare insieme". porge un ramoscello d’ulivo.

Il sigillo ad una nuova e importante intesa fra Washington e Mosca propedeutica anche ad un altrettanto significativo momento di confronto non muscolare ma diplomatico nel Pacifico con la Cina, potrebbe essere dato da un nuovo summit a Ginevra fra Biden e Putin per rimarcare la neutralità della sede e l’assenza di precondizioni da entrambe le parti. L’ex direttore della Cia e ministro della difesa con Barack Obama, Leon Panetta, mette però in guardia contro la parola dei russi. "Questo è un momento difficile e delicato – dice –. anche se affiorano segni di de-escalation, gli Usa e gli alleati devono dimostrare il massimo di unità d’intenti e non abbassare la guardia".