Mercoledì 24 Aprile 2024

AstroSamantha nella storia Quattro passi tra le stelle È la prima donna europea

L’astronauta ha compiuto la missione assieme al collega Artemyev: ha indossato una tuta russa. Sette ore di lavoro. Lanciati dieci nanosatelliti. La base: "È preparata e capace"

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di Riccardo Jannello

AstroSamantha ha passeggiato sulle nostre teste a 400 chilometri di altezza per quasi sette ore, anche sopra le Alpi. È stata la prima donna europea a farlo in un continuo rincorrere di record sempre più entusiasmanti. La Cristoforetti – 45 anni, una carriera nell’Aeronautica militare interrotta bruscamente nel 2019 per dedicarsi esclusivamente all’Agenzia spaziale europea, vicino alla quale, a Colonia, vive con il compagno Lionel Ferra e i piccoli Kelsey Amal e Dorian Lev quando non è fra le stelle – dopo questa impresa si candida sempre di più a essere la prima donna a calpestare il suolo lunare quando la Nasa – i cui vertici la stimano molto – riprenderà i viaggi verso il nostro satellite fra il 2024 e il 2025.

Intanto ieri ha compiuto l’opera – iniziata con 50 minuti di ritardo – con un cosmonauta veterano della Stazione Spaziale Internazionale, Oleg Artemyev, 51 anni, lettone di nascita quando ancora Riga era Unione Sovietica. Samantha parla russo, ma nelle sei ore e trentacinque non c’è stato tempo per chiacchierare: c’era da lavorare, e molto. Esperimenti complessi e lo spettacolare lancio in orbita di dieci nanosatelliti passati dalle mani dei due astronauti all’universo al fine di coglierne altri segreti. A comandare l’attività extraveicolare era Artemyev e infatti vestiva lui i galloni del comandante: strisce rosse sulla tuta bianca, mentre Samantha si riconosceva dai segni blu.

Proprio le tute hanno costituito uno dei problemi della missione. Anche la nostra astronauta ha dovuto indossare quella di fabbricazione russa perché quella americana ha avuto diversi incidenti, uno dei quali è capitato al nostro Luca Parmitano: si sono riempite d’acqua fino a rischiare di annegare nello scafandro chi le indossava. Al nostro astronauta ne entrò un litro. La Orlan – la tuta russa – è diversa dalla Emu, quella americana, perché – spiega Parmitano – ha un livello di pressurizzazione maggiore, mentre l’altra richiede una preparazione più lunga per evitare l’embolia, ma è più confortevole nelle operazioni. AstroSamantha è comunque sembrata molto a suo agio anche con l’indumento russo.

È uscita per prima dal modulo Poisk per iniziare la sua Extra vehicular activity (Eva), concentrandosi sull’European robotic arm e la sua attività sul modulo Nuska: in particolare la Cristoforetti ha dovuto verificare che la protezione della telecamera del braccio consenta a un laser di guidarlo nelle operazioni di presa e movimentazioni. L’European robotic arm sarà in grado di svolgere molte attività in modo automatico o semiautomatico, potrà essere controllato sia dall’interno sia dall’esterno della Stazione spaziale, "guidandolo" in diretta o programmandone i movimenti in anticipo. Le prime operazioni svolte all’uscita nello spazio sono state quelle di spostare il pannello di controllo esterno, lavorare sull’isolamento e installare un adattatore temporaneo per il braccio robotico. Sul modulo Naska sono state effettuate anche operazioni sulla camera di compensazione che servirà sia come laboratorio sia come attracco per le navette spaziali.

L’intera Eva è stata ripresa in diretta dalla Tìtv della Nasa che ha diffuso le immagini – molto suggestive – in streaming da Houston dove c’era anche Parmitano. "Consigli per Samantha – ha detto il collega –? Sono convinto che non ce ne sia bisogno: è prepara e capace, sta svolgendo la sua attività nel modo migliore possibile. Lei e Oleg l’hanno preparata nei minimi dettagli". Dettagli che hanno tenuto lontani i venti di guerra e che vede almeno nello spazio Occidente e Russia collaborare. Samantha Cristoforetti rimarrà sulla Iss per la missione Expedition 67 fino alla fine di settembre.