AstraZeneca, rebus primi vaccinati Prof e malati cronici in pole position

Dopo il via libera dell’Aifa alla somministrazione agli under 55, il governo si trova di fronte a un bivio. Pressing dei sindacati della scuola per una rapida immunizzazione. Bollettino, calano rianimazioni e morti

di Alessandro Farruggia

MA

La decisione dell’Aifa – l’autorità regolatoria italiana dei farmaci – di autorizzare l’uso del vaccino AstraZeneca dai 18 ai 55 anni costituisce un oggettivo problema, perché la struttura commissariale voleva – seguendo il piano vaccinale presentato in Parlamento – utilizzare anche l’AstraZeneca per procedere alla vaccinazione di massa dei 4,4 milioni di ultraottantenni, poi della popolazione tra 60 e 79 anni (13,4 milioni) e dei malati cronici. Seppure l’Aifa abbia usato il vocabolo "preferibilmente" prima di fissare la soglia dei 55 anni, e non avendo quindi tassativamente vietato un uso oltre quella età, la strada per una somministrazione agli anziani di quel prodotto diventa stretta e la strategia vaccinale andrà ridisegnata. Ma sul come ci sono idee diverse.

Stato e Regioni ne hanno già parlato la scorsa settimana e probabilmente oggi pomeriggio – fino a tarda sera la convocazione non era partita – si svolgerà un nuovo incontro tra governo e regioni nel quale tornare a discutere. Certo, le dosi sono contate. "Lavoriamo con soli 11,2 milioni di vaccini attesi al 31 marzo, il 60% di vaccini in meno rispetto alle previsioni" denuncia il commissario straordinario Domenico Arcuri. Secondo la sua struttura arriveremo a fine febbraio a sole 6.364.808 dosi totali di Pfizer e Moderna consegnate. Ieri sono giunte 66mila dosi di Moderna, tra oggi e il 7 febbraio altre 576.020 dei due; tra l’8 e il 14 febbraio 1.070.560; tra il 15 e il 21 febbraio 1.277.723; tra il 22 e il 28 febbraio 1.115.520.

A queste si aggiungeranno le dosi AstraZeneca: tra l’8 e il 10 febbraio 428.400 mila dosi, tra il 15 e il 20 altre 660mila. Da notare che ieri AstraZeneca ha fatto sapere che a marzo recupererà per l’Italia 1 milione 250 mila di dosi ’tagliate’ a febbraio. "Appena l’AstraZeneca arriva – ha detto ieri a Che tempo che fa Domenico Arcuri – avremo due percorsi paralleli. Da una parte la riduzione dei decessi e delle terapie intensive somministrando Pfizer e Moderna alle persone con più alto rischio, dall’altro la riduzione dei contagi dando AstraZeneca alle persone con meno di 55 anni".

Ma a chi? Due le ipotesi in campo. Una è utilizzare il vaccino Astrazeneca per docenti e personale della scuola (1.2 milioni di persone), ospiti e personale delle carceri, forze dell’ordine. La seconda ipotesi è utilizzarli per i 7.4 miloni di persone con malattie croniche. Difficile invece che si faccia come chiede la Regione Campania e si lasci alle Regioni la scelta. "Vaccinare il personale della scuola avrebbe un senso, stante la limitazione data da Aifa per l’utilizzo oltre i 55 anni. Del resto, nel piano vaccinale si citano categorie strategiche e prioritarie tra le quali vi sono i lavoratori della scuola – osserva il coordinatore del Cts Agostino Miozzo –, ma questo dovrà deciderlo il ministro della Salute". Il mondo della scuola, ovviamente, spinge in questa direzione. "I lavoratori della scuola – osserva il segretario confederale della Cisl scuola, lena Gissi – sono lavoratori a rischio e noi auspichiamio che siano vaccinati prima possibile. Non sappiamo se sarà così, perchè sinora la scuola è stata oggetto di una attenzione parziale, e comunque resterà il prolema dei lavoratori oltre i 55 anni di età, che sono 300mila su 1 milione e 200 mila". Sulla stessa posizione anche la Cgil e altri sindacati della scuola. E forse sarà così perché si preferirebbe vaccinare i malati cronici con vaccini che offrono più copertura come Pfizer e Moderna. Ma si scontenterà comunque qualcuno. Toccherà al ministro Speranza scegliere.

Sul fronte dei contagi sono 11.252 i nuovi casi segnalati ieri in Italia, in calo rispetto ai 12.715 del giorno precedente. I tamponi sono stati 213.364, con il tasso di positività che è risalito al 5,27% in aumento rispetto al 4,3% di 24 ore prima. I decessi registrati sono stati 237, un dato in flessione rispetto ai 421 di sabato. Stabile il numero dei ricoveri: le terapie intensive sono 3 in meno (sabato -52), con 97 ingressi giornalieri, per un totale di 2.215. I ricoveri ordinari sono calati di 2 unità (venerdì -299), portando il totale a 20.096.