AstraZeneca agli over 60 anche in Italia. L’Europa sui casi di trombosi: un nesso c'è

L’Agenzia del farmaco: restano più benefici che rischi. Il governo insiste: il vaccino è sicuro. Ma cambia le raccomandazioni

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Ansa)

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Ansa)

Nella campagna vaccinale i problemi non fiscono mai. Anche in Italia AstraZeneca sarà destinato "preferenzialmente" agli over 60. Dopo che ieri l’Ema ha scelto di non bloccare AstraZeneca – neppure per fasce di età – e di scaricare la patata bollente sugli Stati, i ministri della Salute del vecchio continente si sono riuniti nel pomeriggio in videoconferenza e hanno deciso la stretta, che avrà effetti molto pesanti sulla campagna vaccinale. Il ministro della Salute italiano Roberto Speranza ha espresso forti perplessità sul fatto che da Ema non fossero venute indicazioni più chiare, e con lui si sono schierati molti paesi, dalla Germania alla Spagna. Ma a quel punto occorreva decidere. "È essenziale seguire un approccio coordinato in tutta la Ue", ha detto la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides. Ma ognuno è andato per suo conto, pur se (quasi) nella stessa direzione. La Germania ha ribadito l’intenzione di mantenere il blocco per gli under 60, la Francia sotto i 55, il Belgio ha annunciato l’intenzione di non somministrarlo agli under 56, la Svezia di darlo solo agli over 65, la Spagna solo sopra i 60, l’Olanda, la Finlandia e la Danimarca hanno invece confernato che avrebbero mantenuto lo stop totale. Così il destino dell’AstraZeneca – nonostante l’Ema – è stato segnato. E anche l’Italia ha deciso lo stop "preferenziale" sotto i 60 anni.

Palazzo Chigi ha convocato d’urgenza alle 20 una riunione tra il governo e le regioni, presente anche il commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. E a loro il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli ha annunciato l’uso preferenziale sopra i 60 anni, senza che scatti un vero e proprio divieto e lo stop della somministrazione delle seconde dosi.

"La valutazione che è stata fatta dall’Ema – dice il presidente del Css Franco Locatelli – è che il nesso di causalità è plausibile. I fenomeni sono superiori all’atteso al di sotto i 60 anni". "Alla luce di questo – continua – si è deciso una raccomandazione di uso preferenziale al di sopra di una certa fascia di età. Il vaccino resta approvato al di sopra i 18 anni e non sarà proibito somministrarlo, ma la posizione decisa dal ministro Speranza è che sia raccomandato un uso preferenziale al di sopra dei 60 anni di età. Non una dosa andrà sprecata". "Per la seconda somministrazione – prosegue Franco Locatelli – al momento non ci sono elementi per non effettuarla in chi ha avuto la prima: va assolutamente confernata"."Già stasera scriveremo un provvedimento con le nuove indicazioni – ha aggiunto il ministro Speranza – ma il piano vaccinale che dà priorità ai più anziani non cambia". Quella che cambia è la capagna di vaccinazione di chi ha meno di 60 anni. Che a questo punto rischia un ritardo di almeno un mese e sarà ragionevolmente affidata almeno per aprile e maggio ed escluse le seconde dosi di AstraZeneca, al solo vaccino Johnson & Johnson, disponibile dal 16-20 aprile.

Da notare che se la politica europea va in una direzione, la scienza va in un altra. L’Agenzia europea del farmaco aveva infatti scelto proprio ieri una linea soft: Ema ha riconosciuto una correlazione tra il vaccino e i rari eventi trombotici (62 casi di trombosi celebrale profonda e 24 di trombosi venosa al 22 marzo, saliti a 169 casi di trombosi cerebrale profonda e 53 di trombosi venosa al 4 aprile su 34 milioni di vaccinazioni) che hanno portato a 18 decessi e osserva che questi si sono verificati entro 2 settimane dalla somministrazione della prima dose e soprattutto in persone sotto i 60 anni e in prevalenza donne. Ma ha ritenuto che "non vi siano dati sufficienti per a suggerire uno stop in determinate categorie di soggetti". Eventualmente, ha detto Ema, "saranno le autorità nazionali a stabilirlo". E così è stato. "I casi segnalati – aveva spiegato Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Ema – devono essere elencati come possibili effetti collaterali del vaccino AstraZeneca. Sulla base delle attuali evidenze disponibili non sono però confermati specifici fattori di rischio, come l’età, il sesso o la precedente storia medica di disturbi della coagulazione, poiché gli eventi rari si osservano in tutte le età e in uomini e donne". Ma i governi han deciso diversamente.