Assegno unico, a luglio i contributi Con tre figli si ricevono 653 euro

Via libera del Cdm alla norma per le famiglie. Importi variabili a seconda dell’Isee e del numero di bambini

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di Claudia Marin

Un tesoretto di 3 miliardi per dare respiro alle famiglie. L’assegno unico per i figli da zero a 18 anni, approvato per decreto ieri dal Consiglio dei ministri, con forte spinta di Mario Draghi che l’ha definito "una misura epocale", parte dal primo luglio e interesserà complessivamente, tra new entry e conferme, quasi sei milioni di nuclei.

La misura è stavolta destinata anche a coloro che sono esclusi dagli assegni familiari, percepiti solo dai lavoratori dipendenti. Si tratta di quasi 2 milioni di famiglie di diverse categorie: disoccupati, inattivi, percettori di Reddito di cittadinanza, lavoratori autonomi, ma anche dipendenti tagliati fuori dagli assegni per ragioni di reddito familiare. A questi nuclei va un miliardo e 580 milioni dei 3 miliardi a disposizione.

L’altra metà delle risorse è destinata a 4 milioni di famiglie che già incassano gli assegni familiari (lavoratori dipendenti), che riceveranno una maggiorazione dell’aiuto. La misura-ponte vale sei mesi. Poi dal 2022, con la riforma fiscale, diventerà strutturale e universale in sostituzione di detrazioni e bonus esistenti che per ora non vengono abrogati, ma restano in vigore fino a fine anno. Ma vediamo come funzionerà.

CHI PUÒ AVERE

L’ASSEGNO

Il candidato giusto è cittadino italiano, europeo, extraeuropeo, titolare di diritto di soggiorno, di permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo o per motivo di lavoro o ricerca di durata almeno semestrale. Paga le tasse in Italia. È residente e domiciliato in Italia con i figli a carico fino al compimento del 18esimo anno. O è residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi. Oppure titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato di durata almeno semestrale.

COME SI CALCOLA

Gli importi, determinati in base a una tabella allegata al decreto, sono maggiorati di 50 euro per ciascun figlio minore con disabilità. E del 30% dal terzo figlio in poi. Calano al crescere dell’Isee, per garantire un sostegno maggiore a chi più ha bisogno. Rispetto alla situazione attuale, il nuovo assegno prevede importi – seppur piccoli – anche per livelli di Isee elevati, fino a 50mila euro. Gli importi base – 167,5 euro per un figlio, 355 euro con due figli, 653 euro con tre figli – spettano pienamente per un Isee fino a 7mila euro. Si dimezzano a 83,5 euro intorno ai 15mila euro di Isee. E calano a 30 euro mensili a figlio dai 40mila euro di Isee fino a 50mila.

A CHI E COME PRESENTARE

LA DOMANDA

In via telematica all’Inps o presso Caf e patronati, secondo le modalità che l’Istituto di previdenza indicherà entro il 30 giugno. L’erogazione dell’assegno decorre dallo stesso mese di presentazione della domanda e avviene attraverso accredito su Iban del richiedente o mediante bonifico domiciliato, con l’eccezione delle famiglie beneficiarie di Reddito di cittadinanza. L’assegno non concorre a formare la base imponibile dell’Irpef. In sede di prima applicazione, per le domande presentate entro il 30 settembre saranno corrisposte le mensilità a partire dal mese di luglio.

COMPATIBILITÀ COL

REDDITO DI CITTADINANZA

L’assegno è compatibile con il Rdc e con la fruizione di altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle Regioni e dai Comuni. Ma il beneficio complessivo è determinato sottraendo dall’importo teorico spettante dell’assegno la quota di Rdc relativa ai figli minori che fanno parte del nucleo familiare, calcolata in base alla scala di equivalenza.

MAGGIORAZIONE

PER I DIPENDENTI

In attesa della riforma fiscale complessiva, le famiglie che già oggi incassano gli assegni familiari riceveranno un extra per bilanciare l’assegno-ponte destinato ad autonomi, disoccupati, incapienti. La maggiorazione va dai 37,5 euro per ciascun figlio ai nuclei fino a due figli, di 70 euro per figlio ai nuclei di almeno tre figli.