Giovedì 18 Aprile 2024

Assalto jihadista vicino a Charlie Hebdo Colpi di mannaia in strada: sangue e terrore

Feriti due cronisti di un’agenzia di stampa che ha pubblicato un’inchiesta sull’islam radicale. Sono entrambi gravi. Arrestato un diciottenne pachistano e fermati i suoi parenti. Il ministro degli Interni non ha dubbi: "È un attacco islamista"

Migration

di Giovanni Serafini

Torna l’incubo del terrorismo a Parigi. Cinque anni dopo l’attentato a Charlie Hebdo (12 morti e 11 feriti), mentre in Corte d’Assise è in pieno svolgimento il processo contro i responsabili del massacro, due giornalisti dell’agenzia di stampa e produzione televisiva Premières Lignes sono stati gravemente feriti a colpi di mannaia mentre stavano fumando una sigaretta in strada, sotto il loro ufficio. Non sono in pericolo di vita, ha assicurato il procuratore della Repubblica Rémy Heitz.

L’attacco è avvenuto alle 12 e 15 in rue Nicolas Appert, nell’undicesimo arrondissement, esattamente di fronte all’immobile in cui si trovava fino al 2015 la sede di Charlie Hébdo, trasferita poi in una località segreta e superprotetta della capitale. "Ho sentito delle urla, mi sono affacciato alla finestra e ho visto i miei colleghi, un uomo e una donna, colpiti da un giovane che aveva in mano una mannaia da cucina. La donna era accasciata a terra in un mare di sangue. L’uomo, anche lui insanguinato, stava cercando di scappare inseguito dall’aggressore", racconta Luc Hermann, presidente dell’agenzia.

C’è voluto appena un quarto d’ora perché le squadre speciali dell’antiterrorismo individuassero e arrestassero il killer. Si tratta di un pachistano di 18 anni, Ali H., noto alla polizia per detenzione abusiva di armi e crimini comuni. Non risulta al momento che sia un radicalizzato islamico. Lo hanno trovato seduto in terra accanto alla scalinata dell’Opéra Bastille, con tracce di sangue sul viso. Scarpe da ginnastica rosse, maglietta gialla, giubbotto: apparentemente un ragazzo come tanti. Interrogato dagli inquirenti ha confessato di essere lui l’autore dell’attacco. Per il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, non ci sono dubbi sulla matrice dell’attacco: Si tratta, chiaramente, di un atto di terrorismo islamista. È un nuovo sanguinoso attacco torno il nostro paese, contro dei giornalisti".

La mannaia, usata dall’assalitore, è stata trovata in terra davanti all’ingresso della metropolitana di rue Richard Lenoir, alla Bastiglia. Poco lontano c’è il Bataclan, la discoteca parigina in cui il 13 novembre 2015, pochi mesi dopo la strage di Charlie Hébdo, i terroristi uccisero a colpi di mitra 130 persone, ferendone altre 400.

È tuttora in stato di arresto un secondo individuo che era stato ripreso dalla telecamere di sorveglianza vicino all’aggressore: è un algerino di 33 anni, ma sembra che non abbia alcun rapporto con Ali H. e che non abbia partecipato all’attacco. Una perquisizione è stata effettuata a Saint-Denis, la banlieue più islamizzata di Parigi, in un’abitazione in cui avrebbe soggiornato recentemente Ali H. Tre i fermi effettuati dalle autorità.

La scelta del luogo (la strada in cui aveva sede Charlie Hébdo) e il momento particolare dell’aggressione (mentre è in corso il processo contro i killer del periodico) hanno dato una particolare risonanza al fatto: il primo ministro Jean Castex, il responsabile degli Interni Gérald Darmanin, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo e il procuratore della Repubblica Remy Heitz si sono precipitati sul posto. "Voglio esprimere il nostro attaccamento alla libertà della stampa e alla lotta contro il terrorismo", ha commentato Castex. Tutto il quartiere è stato isolato per ore nel timore di un secondo attentato ad opera di un complice del pachistano; sbarrate anche le scuole del quartiere; 32mila ragazzi sono stati bloccati in aula fino a metà pomeriggio. Alla Corte d’Assise il processo Charlie Hédbo è stato sospeso per una decina di minuti in segno di solidarietà con i giornalisti di Première Lignes; si è saputo tra l’altro che proprio questa agenzia aveva realizzato poche settimane fa un reportage sui terroristi della Jihad.

I due giornalisti, un uomo e una donna, stavano fumando e chiacchierando all’angolo della strada sotto l’affresco murale che raffigura i volti delle vittime di Charlie Hebdo. Entrambe ricoverati in ospedale, sono in condizioni definite soddisfacenti. Tre giorni fa era stata pubblicata sui giornali francesi una lettera aperta in favore della libertà di stampa e a sostegno del settimanale satirico-politico, continuamente minacciato dalle organizzazioni terroristiche. Riss, il direttore di “Charlie Hébdo”, ha affermato di aver ricevuto lettere che prendono di mira tutti i media e lo stesso presidente della Repubblica.