Giovedì 18 Aprile 2024

Assalto a Capitol Hill L’ex vice scarica Trump "La storia lo condannerà"

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di Giampaolo Pioli

I sassolini nella scarpa si sono raggruppati a formare in una roccia appuntita dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Ma Mike Pence non era mai uscito allo scoperto con la condanna esplicita dell’ex presidente Trump che lo spingeva a sovvertire l’esito del voto dopo averlo insultato pesantemente chiamandolo "femminuccia". Adesso però da poche ore le cose sono cambiate. E mentre Donald Trump ha passato il weekend consultandosi con gli avvocati per prepararsi alle potenziali incriminazioni in arrivo, nei distretti giudiziari di New York e Atlanta , l’ex vicepresidente, costantemente umiliato dal suo ex boss, adesso che si sta aprendo la corsa per le primarie repubblicane dice: "La storia considererà Donald Trump responsabile per l’assalto del 6 gennaio, la mia famiglia è stata messa in pericolo dalle sue parole". Quel giorno come presidente del Senato Pence aveva l’obbligo costituzionale di certificare l’esito del voto e la vittoria di Joe Biden, e lo fece disobbedendo a Trump, prima di venir portato in salvo dalla polizia ed essere sottratto ai militanti trumpiani che sono entrati in Congresso al grido di "Impiccate Pence".

Ci sono voluti più di 14 mesi e più di 500 rivoltosi condannati e in galera per sentire quelle parole lapidarie. Ma forse Pence non le avrebbe pronunciate nemmeno adesso se non si preparasse anche lui a correre o a testare il terreno per la presidenza del 2024.

Nell’affollato campo repubblicano, Donald Trump per il momento continua a dominare.

Pence 63 anni a giugno, vorrebbe presentarsi come il "difensore dei valori repubblicani autentici", un conservatore solido ma non estremista che cerca di riportare l’asse della discussione non sul culto della personalità dell’ex presidente o di quella nascente del governatore della Florida Ron De Santis 44 anni che Trump a 76 anni, considera il rivale più pericoloso.